Tutto sommato, una volta scoccate le 20 e chiuse le urne, gli addetti ai lavori del Partito Democratico bassanese hanno tirato un sospiro di sollievo: certo non ci sono state code chilometriche ai seggi come l’otto dicembre dell’anno scorso (primarie Renzi-Cuperlo-Civati), ma questa volta la posta in gioco non era per nulla comparabile con quella delle primarie per il segretario nazionale.
«Ancora una volta il popolo democratico ha risposto presente – afferma la senatrice bassanese del Pd Rosanna Filippin – anche se queste primarie sono state organizzate in poco tempo e con deficit di comunicazione. Non si può parlare di flop o di urne deserte: sono andate a votare quasi 40 mila persone, più del doppio degli iscritti veneti, e questo è un dato importante».
«La vittoria schiacciante di Alessandra Moretti – continua Filippin – è un segnale che i contenuti battono le apparenze. Al di là dei soprannomi, al di là delle interviste, i veneti hanno scelto una candidata competente e con un bel programma alle spalle: ora si lavori tutti insieme per costruire la squadra e per perfezionare il programma. Certo sarà molto difficile battere Zaia, ma in questi quattro/sei mesi sono convinta che saremo capaci di costruire un’alternativa credibile».

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