‘C’è questa differenza tra il ricordo e la memoria: il ricordo è del singolo e riguarda la sua individuale esperienza, la memoria è un fatto collettivo, può essere definitivo come memoria sociale. Il termine greco mnemosine indica la madre delle 9 muse. Si è discusso a lungo in questi anni sull’utilità e sull’opportunità della Giornata della memoria, qualcuno ha voluto rivederci anche un modo un po’ ipocrita di scaricarsi la coscienza da orrori che in quel tempo non abbiamo saputo evitare. Sbagliano costoro. Questo nostro è un tempo smemorato, imprigionato dell’immediatezza del presente che non a caso viene considerato eterno. E’ compito delle istituzioni, della politica, della cultura tenere il filo della continuità storica nella trasmissione di eredità da una generazione all’altra’. Lo ha detto il senatore del Pd Mario Tronti nel suo intervento nell’aula del Senato.
‘La Giornata della Memoria di quest’anno – ha proseguito Tronti – viene poco dopo i fatti di Parigi. Quel grido che troviamo alla fine di quel grande libro che è ‘La linea d’ombra’ di Primo Levi e che Joseph Conrad mette in bocca al protagonista di tanti eccidi: l’orrore. L’orrore è ancora attuale. Il tragico non è scomparso dalla storia. Le forze democratiche nel loro ottimismo sembrano rimanere interdette e incredule che l’orrore si possa ripetere. Ma così si fanno trovare impreparate, non è con ‘Je suis Charlie’ che si sconfigge il terrorismo. Non esiste il male assoluto, c’è un male storicamente determinato che può essere efficacemente combattuto soltanto dalla potenza della politica. I campi di sterminio illuminano anche un altro volto dell’umano, le migliaia di piccole partiture musicali scritte su precari fogli, sommersi e salvati, che verranno suonate all’Auditorium di Roma; le figure che attraversano l’orrore quasi con le ali dell’angelo, come Etty Hillesum, Edith Stein, Simone Weil. E’ questa la speranza nell’indistruttibilità dello spirito umano che vince sempre, alla fine, sulla violenza – ha concluso Tronti – perché rimane nella storia oltre la violenza’.

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