Estratto da intervista a Il Messaggero
‘Oggi è arrivato a compimento il grande lavoro fatto dal Senato, e in particolare dal gruppo del Pd, che ha notevolmente migliorato il testo approvato alla Camera. Sono state aumentate le garanzie di governabilità alzando il premio di maggioranza al 40 per cento’. Il Senato ha poi lavorato per ‘il rafforzamento dell’alternanza di genere e per la riduzione della soglia di ingresso dall’8 al 3 per cento’. Con il 3% ‘ è garantita una rappresentanza più ampia anche alle forze minori’. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda in un’intervista a Il Messaggero.
Sul nodo delle preferenze, Zanda ha ricordato che ‘nel testo approvato dalla Camera in prima lettura era previsto soltanto un listino bloccato, e nessuna possibilità di esprimere una preferenza. E tutto il Pd, seppur a malincuore, aveva approvato quel testo, minoranza compresa. Anche perché, è bene ricordarlo, la stragrande maggioranza del partito avrebbe voluto i collegi uninominali ‘ ma ‘ al Senato non c’era una maggioranza in grado di approvarla. Del resto il Partito Democratico, stante la situazione attuale, è l’unico in grado di poter esprimere candidati di valore in ogni collegio. Tutti gli altri non si sono sentiti abbastanza forti per competere su questo terreno, per cui si sono opposti all’ipotesi dei collegi uninominali». Si è stati dunque costretti a raggiungere un punto di equilibrio politico che, comunque, è un notevole passo avanti rispetto alla prima versione dell’Italicum. Con le modifiche approvate, su proposta del Pd, adesso gli elettori avranno sulla scheda il nome del capolista di ogni singolo partito e potranno poi aggiungere due preferenze».
Sui senatori usciti dall’aula al momento del voto, Luigi Zanda aggiunge: ‘Non si è mai parlato  della possibilità di sanzionare qualcuno. E poi, aggiungo, non hanno votato contro, né si sono astenuti. Semmai hanno utilizzato alcune dichiarazioni fuori registro. Uscendo dall’aula hanno anche reso ininfluenti i voti di Forza Italia, che per altro erano graditi poiché, intorno a una legge elettorale è auspicabile il più largo consenso possibile’.

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