“La mozione di sfiducia a Salvini è un atto politico ed è necessario che il Pd la presenti: subito. Rivendica la centralità del Parlamento, impone chiarezza, chiede con forza alla maggioranza e a tutte le forze politiche di assumere una posizione chiara
e incontrovertibile. Tutto questo non può essere svillaneggiato come atto di intelligenza con il nemico addirittura sventolando lo spettro delle liste. C’è poco da avere la testa alle liste. Spero piuttosto che il mio partito abbia la testa al Paese.
Altrimenti possiamo dire addio alla politica e consegnarci tranquillamente all’immobilismo. Una pacchia!”.
Così la Senatrice Teresa Bellanova a proposito della mozione contro Salvini e recenti dichiarazioni stampa di esponenti Pd.
“Si impone un ragionamento politico” prosegue la Senatrice Bellanova. “a maggior ragione dopo i vergognosi insulti sessisti a Maria Elena Boschi. Troppo facile rifugiarsi nella più bieca volgarità per eludere il nodo concreto. E’ un trucco consolidato del più becero maschilismo. Vuole o non vuole Salvini deve spiegare e i 5Stelle dire chiaramente dove stanno: è semplice, si chiama democrazia parlamentare.
In tutto questi mesi di governo non c’è stata volta che alla fine Di Maio e compagni non si siano azzerbinati sulla Lega. Fanno le anime belle sui social ma poi zitti e mosca. Dalla Sea Watch alle scellerate politiche migratorie, Salvini è stato sostenuto a spada tratta come testimoniano anche le recentissime dichiarazioni di Di Maio sulle Ong. Se il punto è non costringerli a mostrarsi per quello che sono, allora abbiamo sbagliato anche sulla Diciotti, a manifestare per la Sea Watch, a criticare primo e secondo Decreto sicurezza, ignobile sulle donne incinta migranti. Sbagliamo anche quanto evidenziamo senza mezzi termini il fallimento delle politiche grilline e del Governo intero che, adesso, perfino l’Ufficio Parlamentare di Bilancio rende esplicito?”.
“Una mozione che fa emergere una contraddizione grande quanto una casa e impone una precisa scelta di campo a chi quotidianamente fa canto e controcanto tra stanze di Governo e social”, conclude la Senatrice Bellanova, “non può essere considerata un assist per un ricompattamento.
E’ una valutazione sbagliata e un’accusa gravissima. Così agitare lo spettro della paura di mancate ricandidature. Un gioco perverso che, chiunque lo giochi, inquina tutto e autorizza sospetti di ogni genere. Chi è andato sulle navi o ha presidiato le banchine dei porti lo ha fatto per interesse personale o ha fatto, come io credo, un atto politico? E’ stato un atto politico manifestare contro la decisione della Giunta che negava l’autorizzazione a procedere per Salvini o un atto di intelligenza con il nemico? Insinuare questo dubbio tra di noi è intollerabile.
Sappiamo bene che Salvini in Parlamento non vuole venire a chiarire e che siamo dinanzi a una pantomima inqualificabile nel campo del governo. Sappiamo bene che sono due facce della stessa medaglia. Il nostro compito è costringere chi governa ad assumere la responsabilità dei propri comportamenti. Oltretutto è un atto di garanzia. Delle Istituzioni e della funzione del Parlamento”.


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