Nelle ultime 48 ore il Parlamento italiano ha dato il via libera a due importanti provvedimenti proposti dal governo per far fronte agli impegni per il contenimento e la prevenzione dei contagi da  Covid 10 e per il sostegno a cittadine e cittadini, famiglie, imprese: la proroga fino al 15 ottobre dello stato di emergenza e un nuovo scostamento di bilancio per ulteriori 25 miliardi di euro.

Nello stesso ambito sono state approvate in Senato due risoluzioni di maggioranza finalizzate rispettivamente, tra gli altri punti, a impegnare l’esecutivo in un confronto costante con le Camere nelle fasi attuative dello stato di emergenza e a mettere in campo, con tempestività, tutte le politiche e gli investimenti necessari alla transizione ecologica e digitale, alla diffusione del sapere, dell’istruzione, della cultura e della formazione, alla riduzione delle disuguaglianze territoriali e di genere.

Si tratta di obiettivi strategici non solo per accompagnare l’Italia fuori dalla crisi innescata dal Covid, ma per costruire quel cambiamento che serve al nostro Paese per crescere e competere in uno scenario sempre più complesso e in continua evoluzione. Un cambiamento che non può prescindere da una forte e decisa incentivazione e valorizzazione del lavoro femminile. Nelle scorse settimane il Senato ha discusso e approvato una mozione che impegna il governo ad assumere scelte e azioni politiche a questo preciso scopo.

Quelle scelte e azioni politiche sono già indicate nel testo che è stato votato e attendono solo di essere concretizzate. Non in futuro, ora! È ora che si deve intervenire per scongiurare la perdita dello straordinario potenziale che il lavoro delle donne, come tutte le stime indicano, può apportare alla crescita e allo sviluppo economico del nostro Paese.

Investire in congedi, asili nido, condivisione delle responsabilità familiari, riconoscimento economico dei lavori di cura e del valore sociale della maternità, contrasto al lavoro sommerso e alle dimissioni in bianco, superamento del gender pay gap, valorizzazione delle competenze femminili, nella formazione scolastica e post scolastica, è il principale investimento che possiamo fare non a vantaggio delle donne, ma per il bene di tutti. Donne e uomini.

Senza contare che più occupazione femminile, più autonomia e autosufficienza economica, significa anche meno violenza.

Con l’intesa dei giorni scorsi sul Next Generation Eu l’Europa, guidata da tre donne, ha innescato uno storico, necessario, decisivo cambio di passo. Ha arginato gli egoismi di parte e rivitalizzato lo spirito originario del sogno di Altiero Spinelli e di Delors, il sogno di una comunità umana e politica oltre che economica, attenta ai diritti, al lavoro, all’educazione, alla crescita sostenibile.

Un’Europa della cura, dell’uguaglianza, della conoscenza, della sostenibilità, che protegge, sostiene, garantisce a tutte e tutti pari opportunità. I fondi messi a disposizione del nostro Paese devono contribuire a fare dell’Italia, Paese fondatore dell’Europa, un Paese protagonista di questa nuova Europa.

Per questo è fondamentale usare al meglio le risorse che arriveranno, rispettando non solo gli impegni relativi al piano di riforme, ma anche quello per il superamento di gap e disuguaglianze. Ecco perché è urgente l’istituzione di un osservatorio di valutazione ex ante dell’impatto di genere di tutte le scelte e le politiche che si attueranno come strumento indispensabile per cambiare metodo di decisione, superare le disuguaglianze, valorizzare le diversità.

Abbiamo l’occasione di realizzare in concreto, e coerentemente con gli impegni assunti a livello internazionale con l’Agenda 2030 dell’Onu e la nuova strategia Ue in materia di uguaglianza di genere, il compito che l’articolo 3 della Costituzione ci ha affidato: la rimozione degli ostacoli “di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

È questo l’obiettivo cui personalmente ho sempre orientato la mia azione prima sindacale e poi politica e al quale orienterò da oggi anche il mio impegno come nuova componente della commissione Lavoro del Senato, responsabilità che mi onora e per cui ringrazio il gruppo del Partito Democratico.

Più donne al lavoro per costruire una società più paritaria, un sistema produttivo e di consumi più sostenibile, una crescita più equilibrata e un sistema di relazioni più rispettoso delle differenze e più equo nel riconoscimento delle responsabilità e delle opportunità di vita e di lavoro per il benessere di tutte e tutti.


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