“Mai più morti annunciate. Bene hanno fatto i magistrati di Messina a condannare la Procura di Caltagirone per non aver protetto nel 2007 Marianna Manduca dalla violenza omicida del marito Saverio Nolfo nonostante le 12 denunce cadute nel vuoto”. Lo afferma la senatrice del Pd Francesca Puglisi, Presidente della commissione di inchiesta sul femminicidio.

“Stessa condanna – aggiunge Puglisi – rivolta all’Italia dalla Corte Europea per i diritti umani di Strasburgo nel marzo di questo anno per il caso “Talpis”.  In quel caso “non agendo prontamente in seguito a una denuncia di violenza domestica fatta dalla donna, le autorità italiane hanno privato la denuncia di qualsiasi effetto, creando una situazione di impunità che ha contribuito al ripetersi di atti di violenza, che alla fine hanno condotto al tentato omicidio della ricorrente e alla morte di suo figlio».

“Dalle audizioni in corso nella Commissione di inchiesta sul femminicidio – sottolinea Puglisi –  quello della protezione delle vittime ad alto rischio sta emergendo come uno dei temi cruciali. Le Istituzioni, grazie anche alle norme del decreto sul femminicidio 119 del 2013, stanno iniziando a lavorare in modo integrato agendo tempestivamente, ma ancora c’è molta strada da fare per diffondere le buone pratiche di coordinamento territoriale tra forze dell’ordine, tribunali, centri anti violenza, servizi sociali, pronto soccorso.

“In Inghilterra – prosegue – ad ogni femminicidio, segue una “Domestic Homicide Review”, ovvero un’attenta e dettagliata analisi dei fatti per capire quale sia stato l’anello debole della rete di protezione che non ha funzionato. Una buona pratica che potremmo mutuare per cercare di fare concreti passi avanti per combattere la più diffusa forma di violazione dei diritti umani” conclude Puglisi.


Ne Parlano