Valeria Valente è avvocato ammlnistrativista, sin da giovanissima in politica, nel movimento studentesco. A Napoli, è stata assessore e candidato sindaco, poi deputata e oggi senatrice. Si è sempre occupata di pari opportunità e politiche antidiscriminatorie, di promozione di azioni positive per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. È presidente della Commissione d`inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere. «Nel fare carriera, nell`affermarsi professionalmente o solo per fare la propria vita, l`Italia non è un Paese per donne» dice. «Ora abbiamo l`opportunità di ricostruire, coinvolgendo di più le donne si può uscire da questa situazione. L`Europa ha battuto un colpo, mai abbiamo avuto tante risorse, ora dobbiamo avere il coraggio di fare i cambiamenti necessari».
Lo smart working: conquista o gabbia?
Può essere un`opportunità anche per lo sviluppo di un`economia a minore impatto ambientale e maggiore vivibilità dei centri urbani, temi cari alle donne. Ma va regolato e inserito in un cambiamento culturale della società e del lavoro, altrimenti si rischia di ricacciare le donne in casa. Ci vogliono tutele, come il diritto alla disconnessione e alla reversibilità della scelta. E non deve essere penalizzante per la carriera o nelle differenze salariali.
È meglio dare incentivi alle famiglie o alle donne che rientrano al lavoro dopo la maternità?
Scelgo il secondo. Il sistema di welfare basato ancora troppo sulla famiglia scoraggia il rientro, specialmente se si tratta di precarie o impiegate con bassi salari o senza sostegni familiari. Quello tra famiglia e lavoro è un bivio che non possiamo più permetterci. La percentuale di italiane che lavorano è meno del 50 per cento, contro la media europea del 62,3 per cento. Alzare il livello potrebbe far salire il nostro Pil di 88 miliardi l`anno. Sostenere le donne anche con incentivi diretti vuol dire aiutare il Paese e le famiglie: non sempre è vero il contrario.
Quanti giorni per i congedi di paternità?
Abbiamo innalzato il congedo obbligatorio per i padri a 7 giorni lavorativi entro i 5 mesi di vita del neonato e prolungato, in emergenza Covid, il congedo parentale per entrambi i genitori. Non basta: bisogna stabilire, per ciascuno dei genitori, una quota obbligatoria minima. La nostra proposta prevede di innalzare il congedo obbligatorio per i padri per 4 mesi. Ci vogliono risorse, ma se l`obiettivo è chiaro ci si può lavorare anche con le leggi di bilancio.
Quali interventi per la conciliazione famiglia/lavoro?
Più che di conciliazione parlerei di condivisione del lavoro di cura nella coppia e nella società. Occorre potenziare l`assistenza domiciliare degli anziani, la cui cura ricade quasi sempre sulle donne, e l`offerta di nidi. Bisogna riconoscere il valore del lavoro domestico ed estendere e rafforzare il sistema di welfare aziendale: orari, permessi o rimborsi in busta paga.
La prima misura per incentivare il lavoro femminile?
Investire nei settori ad alta concentrazione di lavoro femminile e cambiare i modelli di crescita di ambiti come ricerca, innovazione, cura delle persone e dei luoghi, educazione e formazione, welfare di prossimità. Sono settori chiave per la società, oggi fondamentali per la ripresa.
Cosa serve per contrastare la violenza sulle donne?
Abbiamo fatto tanto in termini di “punizione”: l`Italia infatti dispone di un quadro normativo robusto, ha anche mutuato dal codice antimafia misure di restrizione su soggetti considerati pericolosi. Ma bisogna lavorare di più sulla “protezione”, sostenendo i centri antiviolenza. E agire sulla formazione degli operatori, dai giornalisti agli insegnanti alle forze dell`ordine ai giudici. Per esempio, io sono contraria alla rotazione dei giudici che si occupano di violenza: molta differenza nelle sentenze la fa il grado di specializzazione del magistrato. Ho anche chiesto alla commissione giustizia del Senato di riconoscere la specializzazione degli avvocati: è importante che una donna sappia che esistono specialisti a cui rivolgersi.
Servirebbe un cambiamento culturale: come incentivarlo?
Insistendo sull`educazione ai sentimenti e alla conoscenza della storia delle donne nelle scuole e nelle università. Agendo su comunicazione e linguaggio di social e pubblicità. Serve il coinvolgimento degli uomini, anche con campagne di comunicazione come quella della Nazionale calciatori, che ho sostenuto.
Il Codice rosso (la corsia veloce per le indagini sulle violenze alle donne e ai bambini) funziona?
Ha creato una corsia rapida per i reati di violenza domestica e riempito alcuni vuoti normativi come il revenge porn e i matrimoni forzati. Ma alcuni aspetti vanno migliorati, per esempio le procure devono poter sostenere il carico che deriva dall`obbligo dei tre giorni per l`ascolto della persona offesa. Abbiamo depositato modifiche su questioni normative, come l`arresto in flagranza per chi viola i provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare. Come Commissione Femminicidio stiamo evidenziando le difficoltà che le donne incontrano nel percorso di liberazione dalla violenza. Bisogna approvare in fretta le misure previste dalla Task Force del governo quali il contributo di libertà per coprire le spese di sussistenza per quante escono dalla violenza.
E il Codice Rosa, ovvero il percorso di accesso al Pronto soccorso per le vittime di violenza?
Le reti territoriali di supporto sono presenti negli ospedali a macchia di leopardo. È una metodologia che va implementata, sono state redatte Linee Guida nazionali.
Come si supera il gap nei salari?
In Italia in media le donne guadagnano il 25 per cento in meno degli uomini. Bisogna promuovere risorse per imprese giovani guidate da donne e intervenire sulla fiscalità per favorirne l`inclusione nella forza produttiva del Paese. Occorrono anche scelte precise per una migliore distribuzione del lavoro di cura, tale che una lavoratrice non sia costretta a rinunciare a incentivi e benefit: le maggiorazioni sulla paga base sono per lo più costruite sulla maggior disponibilità di tempo degli uomini rispetto alle donne.
L` episodio di sessismo cui ha assistito?
Non si contano quelli contro le donne esposte pubblicamente, dalla ministra Bellanova, a Giovanna Botteri, a Greta… Racconto un episodio personale: spesso vado a cena in un ristorante cui sono affezionata. Il ristoratore chiama il mio compagno assessore (non lo è più da anni) e me “signora” nonostante io sia stata assessore, candidato sindaco e sia parlamentare. È chiaro che non voglio essere chiamata senatrice, ma è evidente un gap culturale che non abbiamo superato.
Come si supera il problema delle culle vuote?
Chiedendosi che valore ha la maternità per la società. Oggi non è una scelta libera e se la nascita di un figlio può significare l`uscita dal mercato del lavoro o l`interruzione di una carriera, è normale che il tasso di natalità non cresca. In Italia il numero di donne che si occupano dei figli è nella media europea. Ma la percentuale di rinuncia al lavoro per farlo è enormemente più alta: l’11 per cento contro il 3 per cento in Germania, per non dire dei Paesi nordici. Le italiane comunque a qualcosa credono di dovere rinunciare: o ai figli o al lavoro.
Calo demografico: pesano di più i problemi pratici o culturali?
L:emergenza natalità non si supera invocando i ruoli naturali delle donne, come molti purtroppo ancora credono, ma lo si fa riconoscendo il valore sociale della maternità e offrendo indipendenza economica alle donne.
Carfagna ha lanciato il Women`s Act; lei ha sottoscritto la mozione sul lavoro femminile. Ci sono margini di collaborazione tra destra e sinistra sui diritti delle donne?
Nella Commissione che presiedo, molte decisioni sono prese all`unanimità anche se le sensibilità sono diverse. Con le opposizioni è possibile collaborare su tanti temi, come l`estensione della legge Golfo come misura utile a rompere il soffitto di cristallo. Con le donne, in generale, ci sono tante possibili convergenze: tutto il movimento e le associazioni femminili hanno sempre sostenuto battaglie di avanguardia che hanno fatto avanzare il Paese in termini di civiltà.
A suo figlio Luca regala macchine e fucili? E lo veste di blu?
Luca ormai ha 10 anni e si veste da solo. Preferisce il blu, il rosso e il bianco. Non gli ho mai regalato fucili o armi giocattolo, ma tanti Lego e peluche. E mi ha visto fare battaglie femministe e vivere in “parità” con gli uomini. L`esempio in famiglia conta moltissimo.


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