‘Caro Berlusconi, sull’immigrazione liberati di quel ganassa di Salvini, trombettieredi una Padania ridotta a una sorta di comunità Amisch: autarchica endogamica e claustrofobica’.
Con questo titolo ‘Il Foglio’ pubblica oggi una lettera aperta sul tema dell’immigrazione di Luigi Manconi, senatore del Partito democratico e presidente della Commissione Diritti Umani, a Silvio Berlusconi.
‘Le sue lacrime nel giorno di Pasqua del 1997 nel porto di Brindisi, davanti le vittime di un naufragio, furono oggetto di ironia. Io non mi unii al coro – scrive Manconi – Sia perché ero tra quanti avevano visto da vicino quei corpi e quelle tracce dì sofferenza, sia perché non penso che si debba essere uno stinco di santo per cedere alle lacrime di fronte al dolore umano. In queste ore, si sta ripetendo con maggiore intensità quella stessa tragedia. Nulla di riducibile a una questione di ordine pubblico e di sicurezza nazionale e, tantomeno, a una controversia di politica interna. Lei, qualche giorno fa, ha pronunciato parole che rivelano tale consapevolezza. Ovvero che il fenomeno in corso, e da vent`anni, deve essere affrontato con intelligenza delle cose e senso di umanità. Aggiungo che quanto accade conferma come siano insensate le strategie che si affidano alla chiusura delle frontiere, ai respingimenti e alla segregazione. Non a caso all`epoca di quel naufragio lei criticò aspramente i blocchi navali in quanto ‘non previsti dal diritto internazionale’, e non voglio certo pensare che le sue parole fossero condizionate dal fatto di trovarsi all`opposizione del governo Prodi’.
‘La questione dell`immigrazione e dell`asilo è, sì, umanitaria – prosegue Manconi – ma ancor prima economica e demografica. In un paese come l`Italia e in un continente come l`Europa, avviati a una irresistibile senescenza, i residenti hanno bisogno degli stranieri almeno quanto gli stranieri hanno bisogno dei residenti. Nel nostro Paese, al primo gennaio del 2015, gli immigrati regolari erano 5 milioni e 73mila, la gran parte di loro vivendo in condizioni illegali o semi-legali. Fu il governo Berlusconi-Maroni a realizzare la ‘più grande sanatoria della storia nazionale’ (700 mila nel 2002). Quegli stranieri regolarizzati costituiscono oggi una ricchezza o un fattore di crisi? Certo, molte cose sono cambiate da allora e il flusso dei migranti può apparire impressionante e determinare ansia negli strati più vulnerabili. Ma è altrettanto vero che nel 2015 il rapporto tra nascite e decessi ha raggiunto il livello più basso di sempre, che il sistema di welfare ha ancora bisogno di nuovi contributi da nuovi lavoratori, che alcuni settori economici sono destinati a esaurirsi senza manodopera straniera’ conclude l’esponente pd.

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