Non sono parente della moglie di George Papadopoulos, basterebbe una visita all`anagrafe per lasciarmi fuori da questa vicenda assurda. E invece mi trovo qui a dare cortesemente spiegazioni su questioni che non riguardano minimamente la mia persona». Si accalora il senatore del Pd Gianni Pittella, capogruppo in Commissione Politiche europee, appena sente nominare l`ex consigliere di Donald Trump, uomo all`origine del Russiagate. Letta l`intervista a La Stampa dell`ex collaboratore del presidente Usa finito al centro delle indagini sulla collusione con i russi che ora coinvolge 1`Intelligence italiana in un complotto, Pittella si sforza di tornare con la memoria alla Link Campus, l`Università romana nella quale Papadopoulos sostiene di aver incontrato sia il senatore Pd sia quello che considera il teste chiave del giallo internazionale, cioè Joseph Mifsud, il professore maltese secondo cui i russi avevano le mail di Hillary Clinton. Pittella nega «qualunque coinvolgimento in questa storia».
Ricorda di aver visto alla Link Campus l`ex consigliere del presidente Trump?
«Ho partecipato a Roma ad alcune conferenze organizzate dall`Università, ma non ho memoria di Papadopoulos. Non so neppure se lì ci fosse davvero anche lui. Non lo conoscevo e in quella sede non mi è stato certamente presentato. Non sapevo neppure chi fosse prima che venissi incredibilmente accostato a una vicenda della quale non so proprio nulla».
Papadopoulos dice di aver sposato una sua parente?
«Nessuna parentela. Conosco benissimo il padre di sua moglie ed è una persona degnissima, un preside in pensione stimato da tutti a Caserta. Anche sua figlia, per quanto mi risulta, è altrettanto stimata in tutta la città e merita la massima considerazione. Ma non siamo neppure lontanamente parenti. E sufficiente andare all`ufficio anagrafe per verificare che non ci sono legami di parentela tra noi. Il resto non esiste».
Alla Link Campus c`era anche il professor Joseph Mifsud, al quale Papadopoulos attribuisce rapporti con i Servizi segreti italiani e un ruolo fondamentale nel Russiagate…
«Di lui mi ricordo bene, ma non ho mai avuto l`impressione che avesse rapporti con ambienti dell`Intelligence. Parlava molto, raccontava di avere grandi relazioni in tutto il mondo, diceva di conoscere ambasciatori, rettori di importanti Università, personalità internazionali. Non ho mai minimamente immaginato che potesse essere impegnato in cose occulte o in attività segrete. Mi sembrava una persona del tutto corretta».
Di quali argomenti discutevate con Mifsud?
«Sicuramente non di sicurezza odi questioni legate ai Servizi segreti, anche perché di questi temi non mi sono mai occupato e non mi interessano. Mifsud parlava di politica estera, di questioni geopolitiche relative soprattutto al Mediterraneo. Ascoltavo le sue considerazioni su tematiche internazionali. Nulla in lui lasciava supporre altri ruoli o coinvolgimenti in chissà quali trame. Parlava tanto, ma mai di questioni di sicurezza o Intelligence».


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