L’Italia e l’Europa in un’epoca storica drammatica come quella corrente. Per avere un quadro quanto più preciso possibile della situazione, la redazione di Politicanews.it ha intervistato in esclusiva Giovanni Pittella, senatore del Partito Democratico, ex eurodeputato ed ex Presidente ad interim del Parlamento Europeo.
Come giudica il processo di mediazione che ha portato a Mes senza condizioni e Recovery Fund? L’azione di Gentiloni l’Italia ha fatto riacquisire maggiore “credibilità” nella comunità europea?
“Il lavoro diplomatico congiunto, in una fase molto difficile, del governo Conte e dei due italiani più rappresentativi in Europa, Gentiloni e Sassoli, non può che essere guardato con assoluto rispetto e giudicato positivamente. L’Italia non solo si è mostrata credibile ma anche ferma nel richiedere strumenti privi di condizionalità e un grande piano di rilancio economico legato al raddoppio dei fondi del bilancio europeo. Tuttavia mi consenta dire che siamo solo all’inizio del lavoro”.
Il Mes senza condizionalità costituisce un tema divisivo del dibattito politico interno italiano: prevede che questa maggioranza, alla fine, finirà per avvalersene? Se sì entro quali tempistiche?
“Diciamola tutta e chiaramente. Il Mes così come congegnato in origine per affrontare shock asimmetrici di natura contingente, aveva caratteri non solo non spendibili in questa fase di crisi che investe la generalità dei paesi, ma anche indigeribili perchè connessi ad una valutazione preventiva di sostenibilità del debito e di conseguente rientro con misure draconiane. Quel Mes era giustamente da rigettare. Ma ora, dinanzi ad uno strumento che del vecchio Mes conserva solo il nomen, privo di condizionalità se non la finalità sanitaria di utilizzo, perchè alzare inutili muri? Consideriamolo invece un successo anche e soprattutto italiano e valutiamo nel tempo se utilizzarlo o meno a seconda della sua utilità, senza pregiudizi”.
Quanto è importante il Sud nel processo di rilancio dell’economia italiana?
“Mi sono battuto quasi preventivamente contro la tentazione che poteva innescarsi in taluni spezzoni dell’opinione pubblica, oltre che della politica, che la crisi da Covid fosse esclusiva del Nord e pertanto la risposta del Paese dovesse addirittura congelare o rinviare provvedimenti previsti di riequilibrio di spesa a favore del Mezzogiorno o di ridestinazione dei fondi europei. L’Italia ha la necessità di essere, oggi più che mai, un paese unito e consapevole che non può ripartire se non riparte tutto insieme”.
All’inizio della pandemia si temeva che la criminalità organizzata, specie in Meridione, sarebbe potuta dilagare imperante con i suoi affari illeciti: ad oggi è un rischio che vi sentite di dire del tutto scongiurato?
“Il rischio di una ulteriore pervasività della criminalità organizzata nell’economia non è mai scongiurato e non lo è per definizione quando c’è crisi di liquidità, disponendo le mafie di grandi risorse che vengono anzitutto dagli stupefacenti. Tuttavia due appunti. Il primo che le misure del governo, per quanto non certo sufficienti, sono un segnale importante per le imprese piccole, medie e grandi soprattutto sul fronte liquidità. Il secondo è che sarebbe gravemente miope ridurre il tema che pone giustamente al Mezzogiorno. Le mafie hanno clienti e mercati globali, e dunque anche e non meno del nord Italia e i rischi di una recrudescenza riguarda il Paese nella sua interezza, come ci ricorda spesso la Procura Nazionale Antimafia”.
Quale ruolo dovrebbe acquisire, a suo giudizio, l’Ue nelle tensioni politiche e commerciali delle ultime settimane tra USA e Cina?
“Non dobbiamo esasperare le tensioni e pensare al Covid come un alibi per chiudere i mercati. Certo, ieri, oggi e ancor più domani, il tema del dumping sociale è e deve diventare centrale. Non possiamo consentire ad alcun paese il mancato rispetto di regole a tutela del lavoro, della salute e dell’ambiente che, oltretutto, falsano la concorrenza, abbassando sensibilmente i costi dei prodotti. Per cui sì alla Cina partner commerciale strategico ma con grande attenzione alle questioni citate e sostegno agli Usa che era e resta il nostro più importante alleato e a cui siamo uniti da sentimenti di valore e riconoscenza”.


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