“Il giorno della caduta del Muro fu il giorno della felicità, ma anche il giorno della vergogna. ‘Ma i giovani cancelleranno le ferite del Muro’, furono le parole di Helmut Kohl. Quel crollo fu la fine di un sistema che era destinato a crollare perché inviluppato in sé, in un circolo vizioso di assenza di libertà politica, civile e di iniziativa economica libera. E’ stato uno dei momenti più alti della nostra storia, che ha portato con sé un messaggio di libertà e di ricucitura dell’Europa. Dopo il crollo del muro, però, non tutte le sorti sono state magnifiche e progressive”. Lo ha detto in Aula in senatore Gianni Pittella, capogruppo Pd nella Commissione Ue.
“Grandi questioni ci interrogano ancora – ha proseguito Pittella – l’avvento di un turbocapitalismo finanziario vorace e immorale; l’idea ingenua e colpevole che bisognasse lasciar fare senza controlli nazionali, europei o mondiali; l’avanzata di una globalizzazione senza protezione degli ultimi; la crescita spaventosa del tasso di iniquità e diseguaglianza. La libertà senza uguaglianza è orfana. Il declino delle democrazie liberali e rappresentative, che pure il crollo aveva suggellato come le vie maestre del mondo. Il rischio della germanizzazione dell’Ue. E Infine, chi governa il mondo? Dopo i due blocchi, oggi tanti personaggi inquietanti e ombre scure. Su queste questioni dovremmo ragionare insieme e serenamente per il futuro delle nuove generazioni”.


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