LE ELEZIONI EUROPEE, DOMENICA PROSSIMA, SONO UNA GRANDE OPPORTUNITÀ. Un`opportunità per cambiare l`Europa, che è casa nostra. Un`opportunità per invertire il ciclo culturale ed economico e sociale. Un`opportunità per dare slancio ulteriore alla sfida di cambiare anche in Italia, la sfida per cui il PD è impegnato a tutto campo, dal governo all`azione parlamentare, dai dirigenti ai militanti e ai circoli. Un`opportunità per farci rappresentare in Europa da una classe dirigente anche rinnovata, preparata, appassionata, con le energie e le capacità per essere protagonista del cambiamento. Un`opportunità di scegliere ed eleggere come nostre rappresentanti molte donne, a partire dalle cinque capolista del PD, che sono forza trainante della nostra proposta di innovazione e simbolo dell`investimento che facciamo sull`Europa.
L`Europa riguarda – e per fortuna la nostra vita di tutti giorni: possibilità, sicurezze, regole, diritti, identità e, soprattutto lavoro, che definiscono in ogni momento i confini larghi in cui abitiamo.
Dobbiamo allora scegliere di partecipare alle nuove decisioni per e dell`Europa, con la testa alta di chi l`Europa l`ha fondata, e non con la testa bassa di chi vuole distruggere tutto.
Il PD è l`unica scelta per chi davvero vuole cambiare. E le donne sono la migliore scelta, nell`espressione delle preferenze, per rendere concreto e vero il cambiamento.
Si vota per eleggere chi ci rappresenterà per cinque anni nel Parlamento europeo, e pur comprendendo le ragioni che possono spingere ad un voto di protesta, si deve sapere che è assolutamente mal riposta la speranza di cambiamento se affidata a chi contesta la stessa nostra partecipazione all`Unione Europea.
Sia chiaro, l`Europa per come l`abbiamo conosciuta negli ultimi anni non piace nemmeno a noi. Le scelte dei governi di destra, con le politiche di rigore e austerity, hanno rovesciato la crisi sul lavoro e sulle persone, facendo apparire l`UE come un`Istituzione fredda e spesso nemica.
Noi democratiche e democratici vogliamo quindi cambiare questa Europa, vogliamo l`Europa della crescita e del lavoro, un`Europa non dei tecnocrati, ma una comunità larga, multiforme, solidale, forte. Noi crediamo nell`Europa, e solo credendoci si possono cambiare le cose.
Si può cambiare solo credendo profondamente che l`essere parte di una comunità più larga ci rende più forti, solo con la consapevolezza che l`Europa è l`unica prospettiva credibile per poter competere nello scenario globale, per poter competere e vincere con un modello di sviluppo etico e sostenibile.
E il capitale femminile, quel capitale inespresso e mortificato, porta con sé, lo dicono anche molte ricerche, una naturale propensione per la dimensione etica, relazionale, sociale e ambientale della politica e dell`economia. È un capitale vincente. Un capitale che manca.
Domenica prossima abbiamo allora l`opportunità di liberare questo capitale, di ‘scatenare’ il potenziale femminile. Non è migliore di quello degli uomini, né peggiore. E non è uguale, è semplicemente diverso. Proprio le differenze, le complementari differenze tra donne e uomini, se riconosciute e valorizzate, possono rappresentare una forza dirompente. Ma le donne oggi non sono rappresentate, sono solo il 31% del Parlamento europeo, e solo il 21% della delegazione italiana. Aumentare queste percentuali rende la democrazia europea più completa e più autorevole, produce benessere per tutte e tutti.
Ecco perché le donne sono la forza più viva e innovativa che possiamo esprimere.
 Scegliendo le donne abbiamo l`opportunità di rilanciare la speranza, una speranza fondata su competenza, merito, motivazione, innovazione. La speranza di e in una nuova generazione che possiamo scegliere come nuova classe dirigente europea.
Domenica prossima abbiamo la straordinaria opportunità di contribuire a cambiare qualcosa che ci riguarda molto da vicino, che incide sulla nostra vita, che può aiutare il nostro presente e il futuro.
Avremo tre preferenze da esprimere, e almeno una su tre deve essere di genere diverso dalle alte. Io semplicemente vi invito a usare tutte le preferenze e a scegliere due donne. Non per loro, ma per quello che potranno fare per tutte e tutti noi.

Ne Parlano