‘Su una slide del prof. Ichino sul d.lgs n. 151/2015, risulta che alla parola ‘dimissioni’ venga associata una ‘concessione alla minoranza’, noi invece riteniamo opportuno specificare che quella contro le dimissioni in bianco è una battaglia di civiltà che il Partito Democratico porta avanti da sempre in modo coerente e unito, una battaglia che ora ha trovato nel jobs act gli strumenti più idonei per essere realizzata, con una norma che non è certo stata pensata come concessione a una qualsivoglia parte del PD ma che è invece figlia delle impostazioni fortemente volute dal partito già nel governo Prodi, e cancellate successivamente dal governo Berlusconi’.
Lo dichiarano in una nota congiunta Valeria Fedeli, Vicepresidente del Senato, e Titti Di Salvo, Vice Presidente gruppo PD alla Camera e componente della Commissione Lavoro.
‘Già all’epoca del governo Prodi – aggiungono Valeria Fedeli e Titti Di Salvo – la normativa contro le dimissioni in bianco venne introdotta all’interno di un provvedimento ‘semplificazioni’, poi cancellata nel 2008 dall’allora ministro del lavoro Sacconi; il governo Monti introdusse poi la tutela ex post contro le dimissioni in bianco, rivelatasi inefficace e complessa, e ora invece la nuova norma ha il merito di agire sia sulla prevenzione che sulle sanzioni per le aziende che continueranno a imporre questa pratica vergognosa, dunque è quantomeno scorretto identificare il prezioso risultato politico ottenuto con una concessione di qualche tipo’. ‘Grazie a quanto previsto nel relativo decreto attuativo del Jobs Act – concludono Valeria Fedeli e Titti Di Salvo – le dimissioni non saranno più valide senza un modulo datato e certificato, contrastando così il vergognoso fenomeno delle dimissioni in bianco che colpisce ancora molte donne, e ci auguriamo che nessuno faccia un passo indietro mettendo in dubbio il grande valore di questa norma’.

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