“Curioso che il cosiddetto ‘Governo del cambiamento’ sia appeso al possibile ruolo da affidare a Paolo Savona, una persona di 82 anni che nella sua vita si è caratterizzato per essere un vero uomo dell’establishment, avendo occupato ruoli di peso in Banca d’Italia, in Confindustria, nei Governi, in grandi banche. Alla faccia del cambiamento”.
A scriverlo su facebook è il senatore Pd Eugenio Comincini che prosegue “si dice contro l’Europa e critica la Germania, sostenendo che anche l’adesione all’Unione Europea nel 1992, fu un errore. Ma allora affiancò Guido Carli quando, da ministro del Tesoro, firmò per l’Italia il trattato di Maastricht, e non si capisce perché rimase al suo posto se non ne condivideva la scelta”.
“Idem dicasi – prosegue il parlamentare dem – per quando fu a capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, durante il governo Berlusconi III nel bienno 2005-2006: che cosa fece per orientare in maniera diversa la posizione dell’Europa? Nulla.
Un uomo dell’apparato, pronto ad occupare poltrone a seconda del ruolo che c’è da recitare in commedia”.
“Trovo grave che non si renda conto come sul suo nome si stia giocando una partita che mette a grave rischio l’equilibrio dei poteri costituzionali de nostro Paese – conclude Comincini – fossi al suo posto mi farei volontariamente da parte, per evitare gesti e decisioni che sarebbero pesantissimi per l’Italia. Come l’andamento dello spread in questi giorni già dimostra”.


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