‘Per la prima volta dopo diversi anni, la nostra economia ha l’opportunità di riprendere a crescere a un ritmo sostenuto e, soprattutto, per tale via, di riportare il rapporto tra stock di debito e Pil su un sentiero finalmente discendente. Questa fase ciclica espansiva è cominciata alla fine dello scorso anno e in qualche modo stiamo vedendo che in queste settimane si sta consolidando, per una serie di eventi favorevoli a livello europeo e internazionale’. Così il senatore del Pd, Paolo Guerrieri Paleotti, relatore del Def, ha illustrato il provvedimento nell’aula di Palazzo Madama.
‘Ma il Def prospetta, già a partire dalla seconda parte dell’anno, ma soprattutto dal prossimo anno, una crescita in grado di consolidarsi e rafforzarsi, non tanto in funzione del contesto internazionale più favorevole, ma soprattutto perché si punta alla possibilità di rafforzare i fattori domestici della crescita, cioè l’incremento dei consumi e degli investimenti. E’ in funzione di questi andamenti – continua Guerrieri – che si prospetta nel Def, a partire da quest’anno, un primo segno positivo di modesta ripresa (0,7 per cento). Ciò che è più importante, però, è che si prospetta, nel 2016 e nel 2017, il consolidamento di questa dinamica di crescita, che dovrebbe portare il prossimo anno all’1,4 per cento, per raggiungere l’1,5 per cento nel 2017. Ed è possibile immaginare un incremento dell’occupazione, in media, nel triennio, dello 0,7 per cento, il che fa pensare che il tasso di disoccupazione in base alle misure che per ora vengono prospettate possa scendere intorno al 10,9 per cento alla fine del periodo di programmazione. Qual è la variabile chiave di questa interazione virtuosa? Certamente gli investimenti: la ripresa degli investimenti è l’obiettivo chiave da perseguire. E’ per questo che il Governo prospetta di rimettere al centro della funzione di politica economica gli obiettivi della crescita e dell’occupazione e di guardare alla finanza pubblica come un vincolo della strategia di politica economica e non più come l’obiettivo della stessa politica. Certo l’Italia deve camminare sulla strada delle riforme. Ed è importante – conclude il senatore del Pd – che nel Def sia contenuto l’insieme di misure che formano il cosiddetto piano nazionale di riforma: sarà questa la leva con cui a livello europeo potremo continuare ad usufruire di quelle condizioni di aggiustamento più favorevoli in termini di tempo che sono legate all’esercizio della nuova flessibilità’.

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