Un’altra riforma arriva alla meta. Una riforma importante e strutturale; una meta attesa da anni: forse da troppi anni. Le procedure fallimentari erano legate a un altro mondo, sia economico che sociale che di assetto istituzionale. Eravamo legati alla legge fascista del 1942, al quale sono state poi apportate delle modifiche nel corso degli anni”. Lo ha detto in dichiarazione di voto per il Pd il sen. Giuseppe Lumia, capogruppo in commissione Giustizia.
“Queste modifiche però – ha aggiunto – non hanno sortito alcun effetto positivo. Anzi, hanno causato sconnessioni e hanno reso sterile la capacità di adeguamento ai reali cambiamenti che nel mondo, via via, si sono prodotti. Fallimenti e suicidi sono stati il tragico leit motiv della crisi di questi anni”.
“Tutto questo viene messo da parte – ha proseguito – La riforma finalmente interviene in modo sistematico sulle procedure concorsuali ed è finalmente in grado di confrontarsi con la brutta bestia della globalizzazione. Perché questa riforma è strutturale concentrandosi sulla prevenzione, perché occorre individuare il male prima che si concretizzi; occorre individuare le vie di uscita prima che producano un danno rilevante all’impresa e, quindi, all’imprenditore e ai livelli occupazionali”.
“Bisogna accompagnare la crisi – ha concluso Lumia – avere più vie di governo e più trasparenza intorno alle procedure concorsuali, perché abbiamo avuto diversi segnali, estremamente negativi, nei tribunali fallimentari. Occorrono più magistrati specializzati e una migliore definizione delle competenze territoriali: una capacità, in sostanza, di presentare al nostro Paese un livello di riforma in grado di saper gestire al meglio l’evoluzione e la fuoriuscita dalla crisi che stiamo riscontrando nelle ultime settimane e mesi”.


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