Il Ministro Di Maio, in forma assolutamente creativa, ha trasformato un problema politico in un fatto di natura giudiziaria. Ha preannunciato di volersi recare in giornata alla Procura di Roma per denunciare un fatto gravissimo e cioè la falsificazione di un atto adottato da un organo di rango costituzionale quale è il Consiglio dei Ministri.
Di Maio si è perso per strada senza mai arrivare a Piazzale Clodio.
Il Procuratore di Roma a prescindere dalla paventata denuncia del Vice Premier, ha l’obbligo giuridico di avviare un’azione penale avendo comunque avuto notizia della commissione di un reato.
Il Dottor Pignatone, quindi, ha l’onere di convocare prima il Premier Conte e poi lo stesso Di Maio al fine di accertare l’effettiva sussistenza del fatto di reato o se invece ci troviamo di fronte a un’evidente incapacità culturale del Vice Premier a comprendere ciò che vota in Consiglio dei Ministri.
Ad ogni buon modo, anche laddove dovesse emergere che non vi sia stata alcuna modifica al testo del decreto fiscale, al fine di poter stralciare le parti indicate dal Vice Premier, è necessario sotto il profilo procedurale che il Professor Conte convochi un nuovo Consiglio dei Ministri, anche al fine di consegnare al Paese le proprie ed irrevocabili dimissioni, in quanto, mentre Di Maio ha l’esimente dell’ignoranza tecnica, il Presidente del Consiglio, da ordinario di diritto, non può invocare alcuna scusante.
Il Dottor Pignatone deve intervenire subito per evitare la reiterazione delle falsificazioni lamentate o l’inquinamento probatorio.
Dopo le dichiarazioni di Di Maio il Paese ha bisogno di conoscere sino in fondo la verità.
Imbroglia Di Maio o sono falsificatori i suoi alleati ?


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