“La Banca centrale europea ha dichiarato le due banche in condizione di dissesto. Dopo di che c’è stato un intervento del Single resolution board (Comitato di risoluzione unico) che ha ritenuto non significative queste due banche. Sapete cosa avrebbe significato questo? Non si può pensare che, da una parte, non si deve intervenire perché si deve tutelare il diritto dei contribuenti; d’altra parte, però, bisogna ristorare tutto perché altrimenti non si tutela il diritto dei risparmiatori”. Così il senatore del Pd Mauro Maria Marino, Presidente della Commissione Finanze e Tesoro, intervenendo sul Dl banche in replica nell’ Aula d Palazzo Madama. “Tutto è parte della complessa dialettica che c’è tra il concetto di bail out- (una volta interveniva lo Stato per risanare le banche – e il concetto di bail in- con cui si è detto che dovevano intervenire coloro che si erano impegnati, cioè gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati. Ma sostenere che le due cose si devono tenere, significa volere “la botte piena e la moglie ubriaca” e penso non sia assolutamente accettabile. Dunque dobbiamo avere l’onestà intellettuale di affrontare questi argomenti con un taglio diverso per non arrecare soltanto un danno al Paese”, continua Marino. “Ritengo che abbiamo agito in modo importante e significativo, bypassando le indicazioni negative del Single resolution board e applicando la normativa di recepimento italiana, che ha permesso di riconsiderare sistemiche quelle due banche per il territorio e che ci permette di stare con la schiena dritta nei confronti dell’Europa, andando a salvaguardare 200.000 risparmiatori, 120.000 imprenditori e i posti di lavoro di coloro che operavano nelle due banche”, conclude Marino


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