Antonio Misiani, viceministro all`Economia, ma alla fine l`Iva la tagliate oppure no?
«Sull`Iva siamo già intervenuti. Con il decreto Rilancio abbiamo cancellato per sempre gli aumenti previsti dalle famose clausole di salvaguardia, risparmiando agli italiani una stangata da 20 miliardi di euro nel 2021 e da 27 miliardi l`anno successivo».
Un`operazione importante e anche costosa. Ma evitare un aumento delle tasse non significa tagliarle. Sta dicendo, quindi, che per lei l`Iva non va ridotta?
«Nessuna opzione va tolta dal tavolo. In autunno, quando discuteremo una riforma fiscale organica da inserire nella prossima legge di Bilancio, discuteremo di tutte le imposte, Iva compresa».
In autunno, dice. Quindi esclude un decreto per tagliare l`Iva nella seconda parte di quest`anno, magari solo per alcuni mesi.
«Un taglio generalizzato delle aliquote Iva mi pare molto difficile. Lo scostamento di bilancio che dovremo approvare a luglio, con un nuovo aumento del deficit, già prevede una lunga lista di interventi: i nuovi fondi per garantire i servizi essenziali di Regioni, Province e Comuni;
il rifinanziamento del fondo di garanzia per le piccole imprese; gli incentivi per il settore dell`auto; la proroga della cassa integrazione; i nuovi fondi per la scuola. E secondo me servirebbero anche nuove risorse per le piccole opere dei Comuni».
E quanto costeranno tutti questi interventi?
«Difficile dirlo adesso. Ma se permette la citazione, visto che la frase di Mario Draghi è entrata anche nella Treccani, il governo farà whatever it takes, cioè tutto quello che serve».
Però per il taglio dell`Iva, al quale il premier Giuseppe Conte tiene così tanto, non c`è posto.
«Nel quadro della riforma fiscale se ne parlerà sicuramente. Nei prossimi giorni discuteremo le priorità. Di sicuro dobbiamo alleggerire la spada di Damocle dei versamenti fiscali rinviati a settembre e approvare la legge delega che istituisce l`assegno unico per i figli. In prospettiva la priorità è a mio giudizio tagliare le tasse a chi lavora, a chi fa impresa e alle famiglie con figli a carico».
Tagliare le tasse sul lavoro. Ma come e, soprattutto, di quanto?
«Intanto ricordo che dal primo luglio le buste paga diventano più pesanti, con un aumento che arriva fino a 100 euro al mese, grazie alla misura voluta dal Pd e inserita nell`ultima legge di Bilancio».
Quell`intervento vale 3 miliardi. Ripetere la stessa mossa non darebbe una scossa all`economia, non crede?
«Nel 2021, spalmato su tutto l`anno, il taglio di miliardi ne vale 6. Ma è chiaro che serve un intervento molto più robusto. Non solo dalla parte del lavoratore, facendo salire le loro buste paga, ma anche dal lato delle imprese, come incentivo alle assunzioni».
Ecco, a proposito di assunzioni, parliamo di licenziamenti. Il blocco che scade il 17 agosto va prorogato oppure no?
«Va allineato alla proroga degli ammortizzatori sociali. La cassa integrazione va allungata per il tempo che serve ma l`obiettivo deve essere riportare al lavoro tutti i lavoratori sospesi. E per fare questo servono, contestualmente, incentivi adeguati nel quadro di un patto tra governo, sindacati e imprese».
Con il nuovo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che parla di governo senza un piano, non sembrano esserci le premesse migliori.
«Le critiche sono sempre legittime, l`importante è che siano costruttive e non pregiudiziali. C`è un piano da presentare per l`utilizzo delle risorse europee che arriveranno con il recovery fund. Non abbiamo intenzione di scriverlo da soli, nelle stanze di Palazzo Chigi o del ministero dell`Economia. Dobbiamo farlo insieme alle forze economiche e sociali. Parliamone».


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