Senatore Misiani, il governo sta aggiornando le stime sul Pil. Il calo quest`anno sarà superiore all`8% previsto finora? Sarà un calo a due cifre?
«Lo verificheremo nelle prossime settimane. Ad oggi le nostre stime sono inferiori alle due cifre – risponde il viceministro dell`Economia, Antonio Misiani (Pd)-. La ripresa è in atto, lo vediamo da numerosi indicatori, e nel terzo trimestre ci sarà un rimbalzo molto importante. Il punto è che il recupero è a macchia di leopardo. Quindi il governo continuerà a sostenere le imprese e i lavoratori dei settori che fanno più fatica spostando però progressivamente l`enfasi sul rilancio».
Col Recovery plan, immagino. Per ora, come ha scritto Francesco Giavazzi sul Corriere, ci sono centinaia di proposte, senza priorità. Non sarebbe meglio rinviare il piano ad aprile?
«Assolutamente no. In agosto abbiamo fatto un lavoro intensissimo e a fine settembre presenteremo, insieme con la Nota di aggiornamento al Def, le linee guida strategiche del Recovery plan. Le discuteremo in Parlamento e con le forze sociali e a metà ottobre invieremo il piano a Bruxelles. E saremo tra i primi Paesi a farlo».
Ma le priorità?
«Sarà fatta una rigorosa selezione degli oltre 500 progetti arrivati, sulla base di pochi criteri: rapidità di esecuzione e coerenza con gli obiettivi del Next generation Eu».
Qualche esempio?
«Ci saranno progetti per l`innovazione e la digitalizzazione del Paese, per la sostenibilità ambientale, così come grandi investimenti infrastrutturali: dalla banda larga alle ferrovie, dalla rete idrica all`efficientamento energetico. Eviteremo di disperdere IL risorse in mille rivoli, le concentreremo su un numero limitato di progetti strategici».
Una riforma che non si potrà fare con le risorse Ue è la riforma del fisco. Copierete il modello tedesco?
«È un modello interessante ed è coerente con gli obiettivi di far pagare meno tasse alle famiglie con figli a carico e al ceto medio».
M5s e Iv propongono invece di ridurre le aliquote Irpef da 5 a 3.
«Ci confronteremo nella maggioranza e con le parti sociali per individuare la soluzione migliore».
In ogni caso sarà tagliata la giungla delle detrazioni e deduzioni?
«Stiamo vagliando diverse ipotesi per razionalizzare le tax expenditures e restituire ordine ed equità al sistema».
Sparirà anche il bonus Renzi da 8o-100 euro?
«Una delle ipotesi è che venga riassorbito in questo riordino, ma senza che ciò aggravi minimamente il prelievo su chi ne è titolare. Ripeto: obiettivo della riforma è far pagare meno innanzitutto al ceto medio».
La riforma entrerà nella manovra 2021?
«Sì, sicuramente verrà avviata con la manovra. Che avrà come obiettivo il sostegno della crescita. La ripresa del Pil servirà anche a riportare su un sentiero discendente il rapporto tra debito e Pil».
La manovra, ha detto il governo, dovrà autofinanziarsi. Dove prenderete le risorse?
«Dalla stessa crescita, dal riavvio della spending review, dal taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, dalla lotta all`evasione. Senza contare che l`arrivo dei prestiti e dei trasferimenti europei previsti dal Recovery fund coprirà parte della manovra e ci farà risparmiare molto in interessi sul debito pubblico».
Non si parla più del Mes, i prestiti per la sanità. Il Pd ci ha rinunciato?
«Tutt`altro. Intanto abbiamo chiesto e ottenuto 27,5 miliardi per il programma Sure contro la disoccupazione, grazie al lavorò dei ministri Gualtieri e Amendola. Poi, in sede di manovra, per rafforzare il servizio sanitario difficilmente si potrà prescindere dai prestiti a tasso zero del Mes».
Il presidente della Confindustria boccia il governo.
«Sono critiche largamente ingenerose, che non hanno rispondenza nei fatti. La verità è che i 100 miliardi messi in campo dal governo hanno salvato centinaia di migliaia di posti di lavoro e buona parte del sistema produttivo. Da Confindustria, che è un interlocutore fondamentale, ci aspettiamo meno polemiche e più proposte.


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