«Rischiamo che i ragionieri dei ministeri blocchino il Paese con cavilli burocratici. Se la versione finale del decreto è quella che gira, siamo al disastro economico perché i quattrini alle imprese non arriveranno mai». Gian Carlo Sangalli, senatore Pd, è stato relatore dei disegni di legge sui pagamenti della Pa nella scorsa legislatura e l`altro giorno è stato applaudito dall`intera commissione speciale del Senato per la dichiarazione di voto sulla delibera che chiedeva al governo «un decreto unico, senza perdite di tempo».
Sangalli, sul decreto sui pagamenti il governo prende ancora tempo…
«Ho appreso la notizia con stupore e sono molto preoccupato. Al Senato abbiamo votato all`unanimità una deliberazione con cui, come ho proposto, chiedevamo al governo in modo preciso che i soldi reali arrivassero subito alle imprese (e solo dopo alle banche che ne hanno assorbito i crediti), che fosse un decreto unico senza rinvii a decreti attuativi e che si usasse nei pagamenti un criterio cronologico. Ebbene, il governo li ha disattesi tutti e prende tempo».
Ma i motivi del ritardo lei li ha capiti?
«Ci dicono che la Ue aveva capito diversamente sull`aumento del deficit al 2,9% e che ci sono degli adempimenti procedimentali. Ma la verità é che in commissione abbiamo ascoltato Grilli, Moavero e Bankitalia e tutti ci confermavano che non c`erano problemi con l`Europa e con i conti. Siamo basiti: qui non c`è più tempo e invece si perde dando corda a burocrati ministeriali. Ognuno ora si deve assumere le proprie responsabilità davanti al Paese, alle imprese che muoiono: 40-50 mila imprese edili con un`intera filiera distrutta».
 Lo scorso Parlamento fra l`altro ha approvato la direttiva europea che impone entro fine 2013 i pagamenti della Pa a 30-60 giorni…
«Infatti. Ora siamo a 500 giorni per molte imprese edili. Il paragone europeo è impietoso: la Spagna è riuscita a pagare 27 miliardi in 6 mesi, noi solo 2. Con tutta la manfrina su compensazioni, certificazioni che con mesi di ritardo Grilli ha messo non avere sortito effetto alcuno. La verità è che il ministero dell`Economia è ormai l`imbuto che blocca l`intero Paese. Se non si dà una mossa rischiamo di essere travolti tutti».
Se il decreto non soddisferà le vostre richieste potrete modificarlo nella conversione?
 «Certo, ma è un ipotesi che non prendo neanche in considerazione perché il Paese tutto esige che il governo sblocchi questi soldi, in gran parte già contabilizzati e pronti nelle casse dei Comuni e degli enti locali, per dare un po` di ossigeno alle imprese, le più piccole specialmente, che diversamente morirebbero».

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