Introdurre un’unica misura per combattere la denatalità e sostenere nel nostro Paese la responsabilità familiare. E’ l’obiettivo del disegno di legge “Delega al governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico”, una proposta del gruppo del Pd, che è stato presentato oggi in una conferenza stampa a Palazzo Madama dal primo firmatario Stefano Lepri, vicepresidente del gruppo, da Claudio Moscardelli, relatore in Commissione Finanze, da Cecilia Guerra e da Donata Lenzi, capogruppo del Pd nella Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati.
Il disegno di legge è stato sottoscritto da più di 50 senatori dem.
“Il nostro punto di partenza – ha spiegato Stefano Lepri – è stata l’analisi delle attuali misure per i figli a carico, che presentano una serie di limiti: frammentazione, complessità nell’applicazione, grave iniquità perché per esempio niente arriva agli incapienti, bassa dotazione a confronto con altri Paesi europei. In Italia avere molti figli espone alla povertà più che in altri paesi dell’Ue, un quinto delle famiglie italiane con 3 figli non riesce a soddisfare i bisogni fondamentali. Per questo proponiamo di sostituire tutti gli attuali interventi con un’unica misura universalistica per tutti e per ogni figlio a carico, con una progressività selettiva a partire dal reddito ISEE di 50 mila euro e fino ai 70 mila euro, erogata in busta paga, come detrazione Irpef per i lavoratori autonomi o in denaro per gli incapienti. Abbiamo calcolato che il costo sarebbe di 23,4 mld, 4 mld in più rispetto al costo delle misure attualmente previste che verrebbero abrogate, quindi sarebbe necessaria una copertura di 2 mld il primo anno e di 4 miliardi a decorrere dal secondo. Prevediamo inoltre la possibilità di erogazione in una forma mista, denaro più servizi. In questo modo si garantirebbe a chi ha carichi famigliari un sostegno di lunga durata, proporzionale al numero dei figli e fino ai 25 anni dei giovani, diretto all’ampia platea dell’80-90% delle famiglie. Un vantaggio rispetto ad altre proposte una tantum, come il bonus bebè, che è utile ma non determinante per combattere la crisi demografica”.
“Alla Camera stiamo discutendo il collegato contro la povertà – ha spiegato Donata Lenzi – con cui questo disegno di legge sui figli minori deve essere coordinato. La natalità è un investimento di lungo periodo e infatti il bonus bebè, seppur utile, non ha inciso sulle scelte delle famiglie. In questa stagione di grandi riforme crediamo che ci debba essere spazio anche per questa che riguarda i carichi familiari”.
Il relatore, Claudio Moscardelli ha spiegato che il disegno di legge è stato adottato come testo base dalla Commissione Finanze del Senato e che “dopo un esteso confronto tra le varie forze politiche, il clima è molto positivo. E’ una proposta che risponde all’esigenza di un cambio di passo sulle risorse da destinare alle famiglie e ai figli”.
“Tutti gli istituti attualmente esistenti per i carichi famigliari – ha spiegato Cecilia Guerra – sono selettivi con criteri diversi e non coincidenti. L’aggancio all’ISEE proposto per quest’unica misura è particolarmente convincente perché permette di definire un criterio relativo alla reale condizione economica della famiglia, definendo una misura di lunga durata e rivolta ad una platea ampia”.


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