E’ scelta condivisa che non possiamo rimettere in discussione
 ‘Il secondo comma dell’articolo 1 della Costituzione della Repubblica italiana recita: ‘La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’. Questo inciso, di cui alla seconda parte del secondo comma, dimenticato nelle plurime citazioni che dell’articolo 1 sono state fatte in quest’Aula, ha in realtà uno straordinario significato. Alcuni colleghi ricorderanno un magnifico scritto di Zagrebelsky di qualche anno fa che si intitolava ‘Il Crucifige e la democrazia’, in cui spiegava come nel caso del processo a Gesù il fatto di aver lasciato alla sovranità del popolo, fuori da un esercizio conforme ai limiti, conduceva alla più tragica e sbagliata decisione della storia: quella cioè di scegliere fra Barabba e Cristo rispetto alla condanna che, come ricorderete, il popolo di Gerusalemme fu chiamato ad esprimere, perché l’autorità che aveva in sé la regola si lavò le mani dalla responsabilità di assumere quella decisione.
Già all’articolo 1, e ancora all’articolo 2, viene ribadita una scelta, frutto di un lavoro durato oltre un anno, secondo la quale il Senato della Repubblica rappresenta le istituzioni territoriali. Una scelta che non possiamo più mettere in discussione perché coperta appunto da una doppia deliberazione dell’Assemblea, compresi alcuni colleghi che oggi sostengono l’emendamento soppressivo di cui stiamo discutendo.
Ma che significa ‘rappresenta le istituzioni territoriali?’. Significa che in essa siedono soggetti che vengono delegati dalle istituzioni territoriali a rappresentare gli interessi di quelle istituzioni. Non occorre essere un giurista che si è lungamente intrattenuto sul concetto della rappresentanza per sapere che questo reca necessariamente con sé il fatto che questi rappresentanti delle istituzioni territoriali siano sindaci e consiglieri regionali. Dopo di che, come i colleghi hanno detto stamattina e come verrà spiegato nel corso della dichiarazione di voto sull’emendamento a firma dei senatori Finocchiaro, Schifani, Zeller, Zanda e D’Anna, si può ovviamente procedere ad un coinvolgimento diretto degli elettori in occasione della consultazione regionale circa l’individuazione di quei consiglieri regionali che saranno senatori. Ma questo nulla toglie alla necessità che i componenti del Senato della Repubblica siano rappresentanti delle istituzioni territoriali, vale a dire sindaci e consiglieri regionali.
Peraltro, cito un’affermazione del professor Dogliani, tra le moltissime che sono intervenute durante il ciclo di audizioni che abbiamo svolto. Acutamente, il professor Dogliani diceva: ‘la rappresentanza politica non esige sempre l’elettività’. Né possiamo stupirci, perché siamo circondati da esempi di sistemi costituzionali europei nei quali la composizione del Senato viene operata tenendo conto della relazione stretta, dell’espressione di identità che avviene attraverso la designazione di coloro i quali vanno a comporre il Senato della Repubblica provenendo da istituzioni territoriali.
Né vale l’osservazione che, conservando il Senato della Repubblica competenze in materia di riforma costituzionale e quindi in materia costituzionale, questo esigerebbe che essi venissero direttamente eletti dai cittadini senza essere consiglieri regionali e sindaci, perché siamo pieni di esempi, dalla Francia alla Germania e tanti altri sistemi occidentali, che conservano competenze costituzionali: così per il Senato francese, per il Bundesrat e per tanti altri esempi’.

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