Il dibattito politico che si è scatenato sulla nuova regolamentazione del lavoro occasionale esige una ricostruzione degli eventi. Gli abusi cui si prestavano i cosiddetti voucher erano emersi con evidenza, tanto che la commissione Lavoro della Camera era già impegnata nella redazione di nuove norme, mentre la Cgil raccoglieva le firme necessarie a promuovere il referendum abrogativo. La sentenza n. 28/2017, con la quale la Corte costituzionale ammetteva il quesito referendario, sollecitava altresì il legislatore a intervenire in materia. Esigenza resa ancora più stringente dopo che un decreto-legge di questo Governo, prima che intervenisse la consultazione popolare, aboliva definitivamente i voucher.
Alla Camera nel corso della discussione sul decreto-legge “manovrina” vengono quindi presentati da diverse forze politiche undici emendamenti sul punto.Il relatore deposita un testo che va esattamente nella direzione auspicata: regolare le prestazioni dilavoro occasionale, far emergere dal “nero” queste attività, imporre limiti stringenti, riconoscere maggiori diritti ai lavoratori. Si introduce
una distinzione tra il “Libretto Famiglia” (con procedure più semplici) e il contratto di prestazione occasionale, riservato alle microimprese, senza sovrapporsi ad altre forme contrattuali vigenti.
Perché la nuova regolazione dovrebbe impedire gli abusi che si verificavano con i voucher? Mi limito a elencare cinque vincoli introdotti con la nuova disciplina e inesistenti con il regime precedente: i nuovi contratti possono essere attivati solo attraverso la piattaforma informatica gestita dall`Inps, sono compiutamente tracciabili, non si acquistano più in tabaccheria; possono ricorrervi solo le imprese con al massimo 5 dipendenti; ciascuna impresa non può corrispondere ai lavoratori occasionali complessivamente più di 5.000 euro annui e non più di 2.5oo euro allo stesso lavoratore; sono esclusi il settore edile e altri affini; non possono essere attivati contratti occasionali a chi ha in corso o ha avuto negli ultimi sei mesi un contratto di lavoro dipendente con il medesimo datore.
A tali limiti stringenti si sommano maggiori diritti per chi lavora: il compenso orario minimo è di 9 euro, sono previsti riposi giornalieri e settimanali, tutela di salute e sicurezza, contributi previdenziali al 33%, trasformazione automatica in contratto a tempo pieno e indeterminato nel caso in cui si superino gli importi previsti o una durata della prestazione pari a 280 ore l`anno.
Ho sempre pensato che fosse compito della sinistra combattere il lavoro nero e ampliare le tutele e i diritti dei lavoratori. Mi dispiace che all`interno non solo del Pd, ma di questo campo largo di riferimento ideale, alcuni non riconoscano che il nuovo provvedimento vada esattamente in quella direzione. L`ampio voto favorevole in commissione non contrasta con questo spirito, ma dimo stra comela necessità di tale intervento legislativo sia condivisa da più parti. Presentando questo testo, il Partito democratico si è sforzato di soddisfare
questa esigenza. Il Governo non poteva che impegnarsi nel favorire una soluzione positiva e io personalmente ho lavorato con questo obiettivo.
Mi auguro che il tempo che ci rimane da qui all`approvazione definitiva sia utilizzato per ricucire un dialogo tra tutti i protagonisti politici e sindacali. Il Governo non si sottrarrà a questo compito. Nella speranza che qualcuno non voglia trasformare una norma pensata nell`interesse dei lavoratori, del contrasto al lavoro nero e all`evasionecontributiva, delle microimprese italiane, in terreno di scontro politico, sostenendo che la regolazione del lavoro occasionale possa andare bene per le famiglie, per il lavoro in agricoltura di studenti e pensionati, per le associazioni caritatevoli, ma non per quelle piccolissime atti vità imprenditoriali che, agendo ad esempio nel campo turistico, presentino occasionali esigenze nel periodo estivo.


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