Non è possibile che un un magistrato, che ha fatto politica per anni, torni a .A. fare il magistrato. Troppi dubbi attorno alla vicenda di Augusto Minzolini, per questo ho votato in suo favore perché se l`applicazione delle Legge Severino deve essere votata, allora significa che è necessario un giudizio e secondo me il senatore Minzolini non può essere considerato indegno di occupare un posto in Senato.
Il motivo per cui io, senatore del Pd, ho votato contro la decadenza di Augusto Minzolini è presto detta: la situazione processuale del collega diForza Italia, dall`esame che abbiamo effettuato delle carte, appare quantomeno kafkiana. Assolto in primo grado e condannato in appello senza una riapertura dell`istruttoria, senza un riesame, come oggi prescrive a sezioni unite la Corte di Cassazione (…)
Misura con attenzione le parole il senatore Pd Francesco Scalia, che ha votato contro la decadenza di Augusto Minzolini. E’un giurista e come tale parla.
Senatore Francesco Scalia, perché ha votato così?
«La situazione processuale di Minzolini, dall`esame che abbiamo effettuato delle carte, appare kafkiana. Assolto in primo grado e condannato in appello senza una riapertura dell`istruttoria, senza un riesame, come oggi prescrive a sezioni unite la Corte di C assazio ne, così come abbiamo prescritto nella riforma del processo penale. Credo ci sia stata una lesione grave del diritto di difesa del senatore Minzolini, il che ci ha portato a valutare e a votare contro la decadenza».
Questo mette in crisi la Legge Severino?
«No, la Severino è una legge e va applicata. C`è chi sostiene che noi senatori avremmo solo dovuto prendere atto della condanna,ma io non la penso così: se il Senato viene chiamato a valutare e a votare, non può essere messo alla stregua di un p assacarte. Se dovessimo solo prendere atto dello stato delle cose non ci sarebbe motivodi discutere, valutare e votare».
E il caso Berlusconi?
«Si tratta di una situazione diversa: per Berlusconi c`era una s entenza passata in giudicato con piena garanzia dei diritti dell`imputato. Non c`era ragione di entrare nel merito della vicenda processuale. Mentre in quest`ultimo caso sì, francamente, il bisogno c`era».
Per quali motivi?
«Nel collegio giudicante in Corte d`Appello c`era un magistrato che per molti anni ha fatto politica, nella mia parte politica. E poi la p ena è stata addirittura superiore a quanto chiesto dall`accusa… nel nostro sistema giudiziario per una condanna serve una colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio».
E non c`era?
«Se in primo grado c`è un`assoluzione, la sentenza può sì essere ribaltata, in appello si può giungere ad una condanna, ma riaprendo il procedimento, dando all`imputato la possibilità di difendersi. Le testimonianze vanno riascoltate, non è possibile, solo leggendo, dare una diversa valutazione».
La Severino non è automatica?
«Non entro nel merito, ma se noi senatori siamo chiamati svalutare, lo dobbiamo fare in base alle carte. E quel giudice avrebbe fatto bene ad astenersi, visto che doveva decidere su un avversario politico».


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