Amareggiato». Forse « un po` stupito. Consapevole della delicatezza della situazione. Bruno Astorre, senatore del Pd, è stato rinviato a giudizio (abuso d`ufficio) per le spese pazze di una delle stagioni più imbarazzanti del consiglio regionale del Lazio: quella di Franco Fiorito «Er Batman» di  Anagni, tesoriere del Pdl e consigliere di maggioranza. Con lui altri 15 colleghi, tutti del Pd, sono finiti a processo.
Il «così facevan tutti» sembra nei fatti senatore, è d`accordo?
«Mi contestano alcune assunzioni al consiglio regionale ma è la legge a prevedere che si scelgano i propri collaboratori su base esclusivamente fiduciaria.
Rifarei daccapo quelle assunzioni».
Niente curriculum né selezione?
«Ripeto: la legge lo prevede. Tutti i gruppi consiliari assumono persone con questa procedura. E una scelta basata sull`intuitu personae, la cosa
importante è evitare esborsi in nero ma trattandosi di collaborazioni politiche è fondamentale che ci sia la fiducia».
Salta agli occhi l`analogia di comportamenti con gli allora colleghi del Popolo delle libertà. Fra l`altro è in corso un`indagine della Corte dei conti. Milioni di euro soldi pubblici – sarebbero stati sperperati in rimborsi ai consiglieri dei due schieramenti. Imbarazzo?
«Nessuno di noi si è messo in tasca un euro. Io ho la coscienza pulita»
Teme il processo?
«No. Certo, mi piacerebbe difendermi ed evitare gogne mediatiche».
Si sente già condannato?
«Dico solo di guardare al caso Penati. Oggi Filippo Penati è stato assolto per il cosiddetto “sistema Sesto”. Qualcuno lo scriverà? Ho paura che, dopo una stagione di titoloni e prime pagine dei quotidiani nessuno sia disposto a scrivere una riga su questa assoluzione».


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