“40 anni fa cambiò il corso della storia del nostro paese con il rapimento e tre mesi dopo l’uccisione di Aldo Moro. Il 16 marzo 1978 vennero uccisi cinque uomini della scorta del Presidente della Democrazia Cristiana: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Fu un copo al cuore della democrazia, uno degli attacchi piu’ gravi che il nostro Paese subì.
Era la stagione della ‘solidarietà nazionale’, sostenuta da tutti i partiti democratici, anche dal Pci. Rappresentava l’approdo di un percorso difficile, faticoso e coraggioso intrapreso da Moro e dal segretario del Partito Comunista italiano Enrico Berlinguer. Dalla primavera del 1978 quell’impegno politico perse il suo slancio e, innanzi tutto, uno dei due protagonisti. In ogni caso, pur tra difficoltà e sofferenze, la democrazia italiana ha retto l’urto ed è uscita vittoriosa, così che oggi, in una fase nuova, ci richiede di essere rinnovata e rafforzata.
Il mio ricordo va alla figura del Presidente Moro, al suo esempio di profonda integrita’ e onesta’, al suo costante impegno nel ricercare il dialogo, al suo forte senso delle istituzioni e dello Stato”.
Così in una nota il senatore del Pd Vannino Chiti.


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