“La gran parte degli italiani sa che il contrario della parola discriminazione è uguaglianza. Attenzione questa non è ideologia ma semplicemente giustizia!”. Lo ha detto la senatrice del Pd Monica Cirinnà intervenendo in aula sulle unioni civili.

“I due anni nei quali ho lavorato su questo testo – ha aggiunto – sono stati difficile perché ho vissuto sulla mia pelle i risvolti di un dibattito avvelenato fin dalla lunghissima discussione in commissione che ha appesantito un iter parlamentare di per sé complicato. Abbiamo scelto la via delle unioni civili per rispondere a criteri di prudenza, nella convinzione che alla piena eguaglianza si arriverà passo dopo passo. Allo stesso tempo, questa è una scelta che non pregiudica né misconosce la richiesta di riconoscimento che proviene dalle coppie omosessuali ed assicura un adeguato livello di tutela a loro e sopratutto ai loro figli”.

“A proposito delle questioni di incostituzionalità sollevate attorno a questa proposta – ha proseguito – ho voluto rivolgere il pensiero alle grandi donne della nostra Repubblica come Nilde Iotti, Teresa Noce, Lina Merlin, esempi chiari e limpidi di una vera e propria “politica di umanità” o a grandi uomini come Aldo Moro, Terracini, Dossetti, La Pira e Togliatti. Penso alla loro alla profonda sensibilità verso le mille sfumature dell’universo familiare che chiedevano riconoscimento costituzionale: alle battaglie per l’eguaglianza tra coniugi e l’eguaglianza tra figli. Concetti dall’attualità esplosiva, ancora oggi. La Costituzione è un progetto di emancipazione personale e sociale un processo di liberazione della persona umana naturalmente inconcluso e da rinnovare continuamente con spirito di cooperazione solidale”.

“Rifletto però su quanta disinformazione e strumentalizzazione politica hanno fuorviato il dibattito pubblico – ha ricordato – La frase che ritengo più falsa è che in Italia stiamo introducendo il matrimonio e l’adozione gay. Questo non è vero. E sull’estensione della responsabilità genitoriale sul figlio minore del partner si sono agitati i fantasmi più spaventosi. La legge 40, quasi interamente riscritta dalla Consulta, vieta e punisce espressamente la pratica della gestazione per altri! Questo divieto è in vigore, resterà in vigore e in nessun modo il testo di cui discutiamo oggi interferisce con tale divieto”.

“Il punto è uno – ha ammonito la senatrice PD – il nostro ordinamento non ammette discriminazioni tra i figli basate sulla cornice giuridica del rapporto tra i loro genitori e non ammette la discriminazione tra eterosessuali ed omosessuali in relazione alla valutazione della loro capacità di essere genitori né ammette discriminazioni tra figli in ragione del modo in cui sono venuti al mondo. In ragione di tutto ciò è evidente che deve sempre prevalere l’interesse del bambino alla stabilità e alla continuità degli affetti. Sono bambini, sono cittadini di questo Paese e oggi decideremo del loro futuro. Meritano di essere riconosciuti e tutelati. Non devono essere più scuse per l’ennesima porta chiusa davanti a chi chiede solo di entrare a far parte della grande comunità delle famiglie italiane, senza nulla sottrarre a tutte le altre famiglie del nostro Paese”.

“Ci vuole un’assunzione di responsabilità totale e collettiva – ha concluso Cirinnà – Noi certo non faremo miracoli, ma abbiamo il compito di fare una buona legge. In questo modo daremo dignità e tutela alla vita di tanti nostri cittadini perchè i diritti non possono e non devono rimanere sogni”.