“Un tempo si diceva che il diavolo si annida nei particolari. Ciò è particolarmente vero per il ddl anticorruzione e, ancora di più, per la speciale causa di non punibilità prevista per gli agenti sotto copertura ai delitti contro la pubblica amministrazione. Una misura che, se letta con attenzione, è un pericolo molto serio”. Lo ha dichiarato la senatrice del PD Monica Cirinnà intervenendo in Aula nel corso della discussione generale sul ddl anticorruzione.
“La figura dell’agente provocatore diversa da quella dell’agente sotto copertura -ha proseguito – contrasta con elementari principi dello stato di diritto: penso alla personalità della responsabilità penale ma anche, più in generale, al contrasto con il ruolo che uno Stato fiducioso delle proprie capacità deve assumere nella prevenzione e nel contrasto ai reati. Uno Stato serio previene, reprime, protegge le vittime del reato e costruisce le condizioni per il reinserimento del reo: non induce privati cittadini a commettere reati!”.
“Per questo – ha concluso Cirinnà – abbiamo proposto, senza pregiudicare l’estensione dell’uso di agenti sotto copertura anche nel contrasto ai delitti di corruzione, di eliminare le attivitá della figura dell’agente provocatore. Un intervento minimo, ragionevole, di cui potranno beneficiarsi lo stato di diritto, nell’equilibrio tra garanzia della legalità e tutela dei diritti fondamentali”.


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