“Negli ultimi anni la Fondazione Open si è occupata di mettere in campo nuove idee, ed è riuscita a porre al centro dell’agenda politica le idee le proposte con cui Matteo Renzi ha guidato l’Italia col governo dei 1000 giorni che ha rappresentato la più compiuta ed efficace stagione riformista che noi abbiamo modo di ricordare”.
Lo afferma il senatore Pd Luciano D’Alfonso, già Presidente della Regione Abruzzo.
“Tutto questo non può essere criminalizzato -sottolinea il parlamentare- con la consueta prassi dell’iperrubricazioni di reati presunti che al termine dei processi non trovano alcun riscontro. Qui non c’è in ballo il destino di un uomo, di una fondazione o di un nuovo partito. Qui si tratta della stessa praticabilità della politica per cittadini che non dispongono di patrimoni milionari tali da permettere loro di spendere senza risparmio per far prevalere le loro idee sulla scena pubblica.
Credo sia necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di chi ha a cuore la salute dell’esercizio della democrazia in questo Paese: finanziare la politica, ovvero creare le condizioni perché idee, progetti e proposte possano diventare realtà e vita nel tessuto sociale, non può essere di per sé un crimine. Occorrono il coraggio e la coerenza di chi è chiamato a legiferare, la prudenza di chi deve vigilare, l’onestà di chi ha il compito di informare. Altrimenti la democrazia non sarà altro che la finzione formale del gioco con cui i ricchi si alterneranno nella gestione del potere. Uno scenario che tutti abbiamo il dovere di scongiurare con decisione e con franchezza”, conclude D’Alfonso.


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