Regolamentazione che è stata richiesta dallo stesso ordine dei giornalisti, del quale si sono recepite tutte le richieste.
‘Il disegno di legge sulla diffamazione in discussione nell’Aula del Senato ha un obiettivo prioritario: quello di cancellare dall’ordinamento italiano il carcere per i giornalisti, una pena che non esiste più in nessun Paese europeo per reati correlati all’esercizio del diritto-dovere all’informazione.
Per fronteggiare le questioni relative ai nuovi media, si è compiuta la scelta di equiparare le testate on line alle testate giornalistiche. Nessun bavaglio al web, dunque, ma una regolamentazione che è stata richiesta dallo stesso ordine dei giornalisti, del quale si sono recepite tutte le richieste.
E’ utile chiarire che il disegno di legge riguarda esclusivamente i professionisti dell’informazione e per questo i blog ne sono esclusi. Si interviene soltanto sui commenti agli articoli pubblicati dai giornali on line, che possono essere postati in rete da chiunque. In questo caso specifico viene applicata la ‘sentenza Google’ della Corte europea: il responsabile è chi ha scritto il commento, mentre la persona offesa ha il diritto di chiedere alla testata on line la rimozione dal sito dei contenuti diffamatori o lesivi e di rivolgersi al giudice qualora la sua richiesta non venga soddisfatta.
Voglio inoltre chiarire che, come relatrice, darò parere negativo agli emendamenti che estendono questa regolamentazione anche ai siti non giornalistici e ai blog e che tanto stanno facendo discutere sulla rete. Lo ripeto: i siti non giornalistici e i blog sono esclusi dal campo di applicazione di un disegno di legge che riguarda in modo specifico le testate giornalistiche’.

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