“Da qualche tempo c’è qualcosa che non funziona a Bologna nel rapporto fra politica e magistratura. Quando la Procura ha messo sotto indagine amministratori locali o regionali per questioni legate all’utilizzo dei fondi pubblici, dal caso Delbono alle spese dei gruppi in Regione, l’atteggiamento della mia parte politica è stato improntato alla massima fiducia nell’operato dei magistrati e del loro difficile e prezioso lavoro, come deve essere da parte di qualunque cittadino e ancor di più da chi svolge un ruolo pubblico.
Quando si è iniziato ad intervenire sulle scelte amministrative con l’apertura di indagini (come nel caso dell’allacciamento dell’acqua alle famiglie occupanti da parte del Sindaco) o con valutazioni negative in sede pubblica (come per la chiusura del CIE di Bologna) ho ribadito il mio rispetto nei confronti dell’azione dei magistrati bolognesi ma ho rivendicato il diritto della politica a commentare azioni o posizioni che intervenissero dentro il dibattito pubblico sulle scelte della città.
Adesso vengono trasportate in sede giudiziaria anche queste valutazioni, come nel caso dei due capigruppo di maggioranza Cathy La Torre e Claudio Mazzanti, e vengono sottoposte a indagini giudizi politici come quello espresso dall’assessora Amelia Frascaroli su un valore sociale prodotto all’interno di alcune esperienze di occupazioni abitative.

Lo scrive sulla sua pagina Facebook il senatore del Partito Democratico Sergio Lo Giudice.

“Credo che sia il momento della massima responsabilità da parte di tutti affinché un corretto equilibrio e un rispetto reciproco fra funzioni e poteri che agiscono all’interno della nostra comunità cittadina garantiscano a Bologna un contesto sereno e non animato da un conflitto perenne che non giova a nessuno”, conclude Lo Giudice.


Ne Parlano