Ingegnere di professione, senatore del Pd, Salvatore Margiotta, lucano di Potenza, è stato indicato da Matteo
Renzi come l`esempio di chi, indagato nel 2008, arrestato e sottoposto a bombardamento mediatico, alla fine
è stato assolto. Guarda un po`, Margiotta era rimasto coinvolto otto anni fa proprio in una inchiesta sulla costruzione in Basilicata del Centro Oli della Total.
Senatore, per il premier è una specie di eroe.
«Voglio ringraziare Renzi per la sincera vicinanza. Quando fui condannato in appello gli scrissi una mail angosciata e disperata. Mi rispose con tre righe che ho riletto ogni giorno per più di un anno».
Cosa le scrisse?
«Mi disse: “sono garantista e il Pd è il tuo partito, ti aspettiamo quando sarai assolto in Cassazione”».
Renzi ieri ha detto che è giusto che la magistratura indaghi ma anche che arrivi a sentenza. Sempre ieri a Potenza sono stati condannati gli ex vertici Total coinvolti nella stessa inchiesta del 2008 in cui finì anche lei. Quindi non è vero che le sentenze non arrivano?
«L`inchiesta è del 2008 e vorrei che si riflettesse sui tempi. Io scelsi il rito abbreviato. Nel 2011 ci fu
l`assoluzione in primo grado, nel 2014 1a condanna in appello, due mesi fa l`assoluzione in Cassazione. Cinque anni per arrivare al giudizio definitivo. Gli altri dopo otto anni sono appena al primo grado».
Perchè scelse il rito abbreviato?
«Ero convinto della mia innocenza e volli essere giudicato subito per potermi ricandidare alle politiche del 2013. Nel 2011 fui assolto in primo grado e dunque ero candidabile. Avevo le carte in regola».
Però nel 2014 i giudici di appello ribaltarono la sentenza: condanna a un anno e sei mesi…
«Soffrii moltissimo. Mi autosospesi dal Pd e mi dimisi dalla vicepresidenza della Vigilanza Rai. Ho perso tante occasioni ma alla fine la Cassazione mi ha dato ragione. La vita ti toglie e ti dà e anche tornare, ieri, nella direzione del partito mi è sembrata una festa».
In questi anni ha avvertito più vicinanza o ostracismo? «
Vicinanza, sicuramente. Sia in Senato che nella mia Basilicata ho avvertito molta solidarietà».
Anche da parte della minoranza del Pd?
«Anche dalla minoranza certo. Roberto Speranza è mio concittadino, mi conosce bene, è stato rispettoso e affettuoso».
Mentre lei è stato assolto, altri personaggi coinvolti nella sua stessa inchiesta, tra cui gli ex vertici della Total, sono stati condannati. Forse l`inchiesta non era tanto infondata…
«Fermo restando che tutti sono ritenuti innocenti fino a sentenza definitiva, e io mi auguro che tutti saranno assolti, le condanne confermano una lettura dei fatti storici ben diversa e attribuiscono responsabilità ad altre persone. Detto questo, dopo otto anni siamo ancora al primo grado di giudizio e chissà se il procedimento arriverà mai a sentenza definitiva».
Dell`inchiesta su Tempa Rossa che idea si è fatto? Ieri, in direzione, ha detto al suo concittadino Speranza che la sua è una posizione sbagliata.
«La magistratura accerterà eventuali responsabilità. Sul piano politico, invece, l`emendamento era ed è giusto perchè afferma una verità imprescindibile e cioè che la politica energetica nazionale è, appunto, nazionale e quindi è giusto ritenere strategiche le opere che la attuano. Glielo dico da ingegnere, se l`estrazione del petrolio in Basilicata è strategica sono strategici anche i tubi che devono trasportare il petrolio a Taranto. Mica pensiamo di trasferire il petrolio con i camion?».
In direzione ha citato Manzoni: «Il buon senso c`era ma se ne stava nascosto». A chi si riferisce?
«In Basilicata, la mia regione, oggi tutti urlano contro le trivellazioni e chi prova, come me, a sviluppare un ragionamento più articolato è guardato con sospetto, è quasi irriso. Ma la politica non deve cercare il consenso a tutti i costi. Il buon senso ci deve far dire che quell`emendamento era giusto. E evidente che poi occorrono controlli e garanzie ma su questo siamo tutti d`accordo».
E la telefonata dell`ex ministro Federica Guidi al compagno?
«L`idea che l`emendamento sia stato fatto per accontentare il compagno di un ministro mi pare azzardata, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Certo, la telefonata è antipatica e può far passare l`idea che ci sia stata una pressione».
Ieri ha citato anche Niccolò Ammaniti, «Io non ho paura»…
«Sì, non ho paura a dire che sul referendum si sta facendo una pericolosa strumentalizzazione. Il quesito non ha nulla a che vedere con le vicende di questi giorni, non riguarda le nuove concessioni, non riguarda nuove piattaforme in mare ma riguarda unicamente le piattaforme già esistenti e la possibilità che possano continuare ad estrarre sino a esaurimento».
Immagino che voterà no?
«Credo che mi asterrò. Votare sì, dire che le estrazioni vanno fermate è da Paese tafazzista».


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