Franco Mirabelli, capogruppo Pd in Commissione giustizia, lei crede che Italia viva voterà la mozione di sfiducia al ministro Bonafede?
«Penso di no. Italia viva ha approvato gli ultimi due decreti del governo sui mafiosi in carcere durante la pandemia e non vedo perché ora debba togliere la fiducia al ministro, dando così forza a un`opposizione a corto di argomenti. Una destra capace solo di presentare mozioni di sfiducia strumentali».
Se passa la mozione c`è la crisi di governo?
«Vedremo. Ma nessuno capirebbe perché. Le due mozioni contro Bonafede si contraddicono l`una con l`altra. Per il centrodestra il Guardasigilli ha scarcerato troppo durante la pandemia, per +Europa troppo poco. Le faccio notare che 30 senatori di Forza Italia hanno firmato il documento proposto da Emma Bonino».
Perché allora Renzi minaccia di votarla? Per visibilità?
«Mi pare che l`intendimento di Italia viva sia quello di riaprire la discussione sui temi della giustizia, a partire dalla prescrizione. Cosa che sta a cuore anche a noi».
Nel merito come giudica Bonafede sul caso Di Matteo e sulle scarcerazioni?
«Sono due vicende non collegate tra loro. Sul caso Di Matteo non credo alla narrazione secondo la quale Bonafede non promosse Di Matteo, sulla base di minacce mafiose. Nessuno sul punto, peraltro, lo ha smentito».
E sulle liberazioni?
«C`è stata una certa superficialità da parte del Dap. Venendo meno il raccordo con la Direzione antimafia i magistrati di sorveglianza non sono stati in grado di avere un quadro sufficientemente chiaro».
E questa superficialità non va politicamente imputata al ministro?
«Non c`è alcun provvedimento del governo che ha aperto il carcere ai mafiosi. Bonafede ha mostrato di capire che serviva valorizzare il ruolo della Direzione nazionale antimafia e i due decreti più restrittivi li hanno condivisi anche i renziani».


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