“Quali iniziative intende assumere il Governo per dare risposte immediate e concrete all’emergenza delle comunità campane della Terra dei Fuochi, alla luce dei risultati delle analisi dell’Istituto Superiore di Sanità che mostrano un incremento delle patologie tumorali in quella zona? E come intende agire il Governo in merito alla vicenda del ‘Polo Oncologico Pluri-Territoriale’, previsto dalla Legge finanziaria della Regione Campania approvata lo scorso aprile e che doveva essere allocato presso l’Ospedale ‘Sant’Alfonso Maria dei Liguori’ di Sant’Agata dei Goti (struttura sanitaria nuova e attrezzata per tale esigenza) e di fatto accantonato dal Commissario governativo per il Piano di rientro dal disavanzo del Settore sanitario? Sono le questioni al centro di un’interrogazione urgente che ho depositato in Senato per far luce sulla vicenda del polo oncologico pluri-territoriale nella Terra dei Fuochi e su come intervenire al fine di dare risposte immediate ai cittadini di quelle zone”. Lo dice il senatore Franco Mirabelli, commissario provinciale del Partito Democratico a Caserta.
“Il comma 3 dell’art. 22 ‘Misure in materia sanitaria’ della legge regionale 6/2016 ‘Prime misure per la razionalizzazione della spesa e il rilancio dell’economia campana’ prevede – ricostruisce Mirabelli nell’interrogazione – accordi di programma quadro tra la Regione Campania, il governo e i comuni interessati per definire idonee, legittime e concrete risposte ai bisogni dei territori coinvolti prevedendo, per quanto possibile, l’istituzione di un ‘Polo Oncologico Pluri-Territoriale’ con la riallocazione dell’Ospedale ‘Sant’Alfonso Maria dei Liguori’ di Sant’Agata dei Goti. Soluzione questa – spiega Mirabelli – cancellata dal Commissario ad acta alla Sanità il quale, nonostante inizialmente avesse posto in risalto i dati dell’incremento e della gravità delle patologie tumorali nella zona della Terra dei Fuochi, ha poi rimosso la norma, con la motivazione di rientrare dal disavanzo del settore sanitario, anche se trattandosi di un atto di programmasione non avrebbe inciso sui conti del Servizio Sanitario Regionale. Si è optato invece per la dislocazione di posti letto per i malati oncologici in piccoli ospedali sparsi sui territori ma non adeguati alla cura di tali patologie. Comportamento, quello del commissario governativo, che oltre che la reazione negativa della conferenza dei 55 sindaci dei Comuni di Terra dei Fuochi, del Vescovo di Aversa e dei sindacati, ha suscitato anche una discussione sui suoi poteri e che con l’interrogazione chiedo al Governo di chiarire. Di recente, il Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale alcune norme contenute nella Legge Regionale 6/2016 ma non il comma 3 dell’articolo 22, di fatto legittimandone l’impostazione. Vi è, dunque, una contraddizione tra la legittimazione della norma e la proposta di una sua rimozione contenuta nel decreto commissariale che è bene che venga chiarita, nell’interesse dei cittadini che vivono quotidianamente il dramma della malattia e della sofferenza e che da tempo aspettano risposte concrete”.


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