“Non sappiamo se sono stati commessi dei reati sulla vicenda dello stadio di Roma. Di questo si occuperanno i giudici. I contorni politici della vicenda però riguardano tutti, a partire dagli esponenti del governo in essa coinvolti, che devono venire subito in Parlamento a riferire in merito”.
Lo scrive su Facebook il senatore Pd Dario Parrini.
“In questa storia esiste una certezza -sottolinea l’esponente dem- che tutti i discorsi sulla trasparenza fatti dai nuovi potenti legastellati altro non erano che delle colossali prese per i fondelli”.
Parrini poi precisa “sono per il garantismo, detesto il forcaiolismo, penso che i processi debbano svolgersi nelle aule di giustizia e non sui giornali. Dalla vicenda Luca Parnasi, l’imprenditore vicino a Lega e M5S in carcere per corruzione, traggo solo valutazioni di opportunità politica”.
Secondo il senatore dem emerge ‘un quadro inquietante.
Il presunto corruttore Parnasi (che può uscirsene con la frase “il governo lo sto a fare io”) è legatissimo a Luca Lanzalone, ora agli arresti domiciliari, presidente di Acea per volontà della Raggi e vicinissimo a Grillo, Casaleggio, Bonafede e Di Maio.Tanto vicino a Di Maio da esserne ritenuto il plenipotenziario (“io vedo Luigi tutti i giorni, lo sento tre volte al giorno”, confida Lanzalone a Parnasi). A sua volta Parnasi, gran finanziatore di associazioni della galassia Lega, è vicinissimo all’attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio e plenipotenziario di Salvini Giancarlo Giorgetti, e si dà da fare per farlo incontrare con Lanzalone. Incontro che avviene sotto forma di cena a tre poco dopo le elezioni.In sostanza: grazie ai rapporti con Lanzalone e Giorgetti, Parnasi è uno che si sente in grado di aprire, nella Lega e nel M5S, molte porte cruciali. È chiaro che tante sono le spiegazioni da dare. In primo luogo -prosegue Parrini’ sul notevole ruolo politico e di gestore di vertice del potere grillino acquisito dal “premiato” (Di Maio dixit) Lanzalone, un avvocato scelto da Grillo su indicazione del ministro Bonafede ma mai sottoposto al giudizio degli elettori. Sui suoi rapporti con Di Maio e gli altri capi 5S serve chiarezza.Che rapporti erano?Che grado di condizionamento Lanzalone era in grado di esercitare sul vicepremier?”, conclude l’esponente Pd


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