“Bene ha fatto Renzi a dare libertà di coscienza nel voto in aula sulla step child adoption, ma è necessario superare steccati e ragionare nel merito di questo provvedimento così atteso”. Lo afferma la senatrice del Pd Francesca Puglisi che aggiunge: “Sulle unioni civili spero davvero che il nostro gruppo sia compatto e che tutti riconoscano due persone che si amano un valore per la nostra società. Sull’adozione del figlio del partner (questo è la Step Child Adoption) si tratta di permettere che i bambini e le bambine figlie di un genitore omosessuale, possano essere adottate dal partner, vedendo quindi riconosciute come genitori entrambe le persone che concorrono alla loro crescita. Non si tratta del ‘diritto di essere genitori’, che non esiste neppure per le coppie eterosessuali, ma del ‘diritto dei bambini e delle bambine’ a godere pienamente della famiglia che li ama e che li cresce”. “Nella proposta alternativa di ‘affido rafforzato’ – continua Puglisi -questo diritto è debolmente riconosciuto. Per esempio nel caso di morte dell’affidatario, il bambino non entrerebbe a far parte dell’asse ereditario, né avrebbe diritto al mantenimento in caso di separazione”. “Dal momento che campagna di comunicazione viene incentrata sul timore che l’adozione del figlio del partner apra le porte all’utero in affitto, è importante precisare che: l’utero in affitto resta vietato nel nostro ordinamento (e personalmente penso che debba restare tale); l’affido rafforzato nulla cambia rispetto a tale pratica conseguita all’estero, rispetto all’adozione del figlio del partner; l’84% delle maternità surrogate nel mondo sono praticate da coppie eterosessuali. Per chi ha disponibilità di denaro e lo ritiene moralmente accettabile è più semplice ‘comprarsi un bambino’ piuttosto che adottare un bambino. Il vero modo per limitare il ricorso all’estero alla maternità surrogata è aprire alle adozioni anche per le famiglie omosessuali, ma sappiamo che molti Paesi con cui l’Italia ha stretto accordi, non danno bambini in adozione a Paesi che permettono di adottare alle famiglie gay o lesbiche”. “La cosa che mi colpisce – afferma ancora Puglisi -è che gli stessi colleghi che oggi propongono l’affido rafforzato, nel provvedimento sulla ‘continuità degli affetti dei bambini in affido familiare’ hanno affossato la possibilità da me proposta che gli affidatari single potessero adottare minori che dopo un prolungato periodo di affidamento, diventano adottabili. Eppure le conosco queste donne generose che aiutano in un periodo di difficoltà bambine e bambini a crescere, sono donne che non hanno un compagno, ma un’infinita capacità di amare. I dati dicono che degli affidatari single, solo il 2% è gay o lesbica. E in ogni caso i tribunali, riconosciuto finalmente il diritto alla continuità degli affetti, stanno facendo camminare più veloce la giurisprudenza della politica”. “Non esiste un diritto ad essere genitori, ma un diritto ad amare liberamente e ad essere amati, sì. Per questo continuo a pensare che molti minori potrebbero trarre giovamento dall’introduzione nel nostro ordinamento dell’istituto dell’adozione aperta per coppie sposate,unite civilmente o single. In questo caso persone che hanno una ridotta capacità genitoriale potrebbero essere affiancate da una famiglia adottiva che aiuta il bambino a crescere. Non me ne vogliano le comunità e le case famiglia, ma il ‘calore’ di una famiglia o di una persona che ti vuole bene è meglio. L’adozione aperta è già presente negli ordinamenti di molti Paesi europei”, conclude Puglisi.


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