“Credo che la politica debba aprirsi di più alle buone pratiche di democrazia partecipata, anche per contrastare le fake news e gli eccessi della rete. I social media propongono infatti una partecipazione più passiva. Prendere parte attivamente alle decisioni in processi condivisi si può, come dimostrano tante esperienze in giro per il mondo e anche in Italia. Sono orgogliosa del fatto che in questa legislatura abbiamo introdotto il debat public nel Codice degli appalti, come modalità di confronto con le comunità locali e portatori di interesse sulle varie alternative quando si dive realizzare un’opera pubblica. E’ questo il modello che abbiamo proposto come centrosinistra, il contrario delle opere calate dall’alto delle leggi obiettivo e di quanto è avvenuto, per esempio in Veneto, con la Pedemontana”. Lo dice la senatrice del Pd Laura Puppato, che oggi ha promosso al Senato un incontro per la presentazione del libro “Le nostre città: dalla corruzione alla democrazia partecipata” (editore Ipoc), al quale hanno partecipato l’autrice Susan L. Podziba e Marianella Sclavi. Nel corso dell’incontro è stata presentata l’esperienza di Chelsea, cittadina vicina a Boston, negli Usa, in cui con un processo di democrazia partecipativa è stato approvato uno statuto comunale contro la corruzione dilagante, esperienza che è riportata appunto nel volume.
“Gli strumenti e le esperienze di democrazia partecipata  – prosegue Puppato – sono preziosi e la loro necessità è emergente, sia perché nell’era dei social media si registra un crescente bisogno dei cittadini di partecipare, sia perché le decisioni condivise rendono più sentiti i ‘beni comuni’. Dalle opere pubbliche, alle aree verdi, dal paesaggio ai rifiuti all’impatto ambientale delle aziende, è proprio l’ambiente il settore in cui si può sperimentare di più il benefico effetto delle decisioni condivise”.


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