Dopo gli ultimi attentati a Parigi e Bruxelles, l`allarme attorno agli Europei di Francia era altissimo. Migliaia di persone da tutta Europa si sarebbero riversate per le strade delle città francesi, diventando un target facile per il terrorismo di matrice islamica.
Dopo le prime partite però, è risultato evidente che un pericolo diverso fosse in arrivo, dall`interno più che dall`esterno. Assieme ai tifosi desiderosi di un`esperienza divertente e d`incontro, sono arrivati ultras e hooligan alla ricerca di violenza e distruzione.
Non solo a Marsiglia, dove sono accaduti gli episodi più gravi, ma anche in altre città, con partite non di cartello, sono avvenuti scontri con le forze dell`ordine francesi. Gli eventi sportivi, specie quelli così popolari come i tornei internazionali di calcio, generano troppo spesso violenza attorno a sé.
È una violenza stupida che si auto-genera trovando in se stessa il senso di tutto, sfogarsi, liberarsi dai peggiori istinti, picchiare, distruggere e rappresentare così la propria forza… È tutto particolarmente stupido, oggi più che mai, ma è il sintomo di come basti una scintilla per scatenare il “branco” e tenere così occupate le forze di polizia su un fronte diverso rispetto al terrorismo, che pure dovrebbe avere massima priorità.
Questi “tifosi”, quindi, non solo distruggono le piazze e le strade delle città, mettendo a repentaglio l`incolumità di chiunque, famiglie, giovani, bambini ma aumentano il rischio generale, distraendo l`attenzione dal rischio attentati, creando un caos dove è più facile inserirsi con una bomba o un kalashnikov.
Nel frattempo, pur alla distanza di un oceano, l`attentato c`è stato davvero, a Orlando, dove ancora una
volta è stato colpito uno dei luoghi della vita notturna, del divertimento e dell`incontro.
Queste vicende sono emblematiche, quasi una rappresentazione plastica del periodo storico che viviamo.
C`è un pericolo falsamente ritenuto come “esterno”, volto in realtà a minare le fondamenta della cultura occidentale intesa come democrazia rispettosa delle libertà di movimento, di pensiero e di azione e c`è n`Europa che risponde creandone uno interno, dove la causa scatenante sta nei mille stupidi nazionalismi che non sono amore verso la propria nazione, ma odio generale, rabbia che trova nella faziosità la voglia di combattere l`altro diverso solo per una bandiera.
Anziché unirci e compattarci per affrontare il terrorismo islamico, ci dividiamo aggredendoci gli uni contro
gli altri.
Non sono solo le frange estremiste dei tifosi a scontrarsi, ma gli stessi Stati europei a ri-fomentare questo
pseudo conflitto sedato dalla fine del seconda guerra mondiale, quando bloccano le collaborazioni tra intelligence, ergono mura, scelgono di staccarsi dal progetto comune per ragioni di “bottega.” Sono quei movimenti di “pensiero” che vogliono creare i “noi” (i normali, gli onesti, i migliori) e i “voi” (chi fa scelte diverse, di vita o politiche, etc…).
L`Europa, iper-burocratica e lontana dagli ideali ha le sue colpe, non ha saputo cogliere il pericolo che l`aridità del pensiero economico privo di comprensione, sottaceva; non ha colto il rischio povertà e divisioni, creando terreno fertile per tutti i fondamentalismi.
Oggi ci pare persino più sfumato il rischio del nemico straniero infiltratosi per uccidere, i pericoli sono più vicini e hanno un comune denominatore, l`odio, verso il diverso da noi, chiunque esso sia, un miscuglio di fondamentalismi, omofobia e violenza allo stato puro.
A Orlando tutto questo ha preso le sembianze di un ragazzo nato e cresciuto negli Stati Uniti, così come molti degli attentatori di Bruxelles e Parigi erano nati e cresciuti in Europa. L`Occidente è dunque di fronte a due grandi minacce, ma se le è costruite, le ha alimentate entrambe in casa propria, non sapendo costruire un senso di comunità e non sapendo coinvolgere nella propria crescita le culture marginali del proprio tessuto sociale.
Smettiamola di stupirci e di negare un`evidenza e iniziamo a coltivare amicizia, solidarietà, ascolto e rispetto, internazionale, nazionale e locale. Ciascuno faccia la sua parte perché se si minano le basi del vivere comune e si innescano violenza e paura non vi sarà un futuro di pace.


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