Salvini alla guerra contro i negozi di cannabis light. Ieri sentenziava: “A uno a uno li chiuderemo tutti”.
Oggi invece precisa che farà fare un controllo significativo da un punto di vista psicotropo e stupefacente.
Ci mancherebbe. Questi negozi hanno un senso commerciale e in certi casi terapeutico. Come tutti sanno non devono avere nulla a che fare con gli stupefacenti. Ci meravigliamo che i controlli, routine per un Ministero degli interni, venga sbandierato.
Forse si è accorto che il nemico di turno – i negozi di cannabis light – al quale Salvini si aggrappa nella sua quotidiana campagna elettorale, non funzionava nei sondaggi. Bisogna però ricordargli che anche la Lega nel 2016 votò la legge che istituiva la legalizzazione dei negozi che vendono cannabis leggera.
Il solo pensiero di stare zitto due giorni, per concentrarsi in quello che sarebbe il suo lavoro, cioè la tutela della sicurezza dei cittadini, proprio nemmeno lo sfiora. Non ha ancora capito che il suo ruolo di Ministro è difendere i cittadini, non di fare campagna elettorale per la Lega su e giù per l’Italia e a spese del contribuente.
Gli spacciatori nelle piazze e nei parchi non lo scomodano, le sparatorie nelle città, le violenze nei quartieri, le minacce di violenza e di morte a povere persone bisognose sembrano non riguardarlo.
Il Ministro della Propaganda si nutre di nemici quotidiani, di armi di distrazione di massa che spesso sono solo cavolate.


Ne Parlano