“Come Partito democratico abbiamo chiesto stamattina in commissione Giustizia su un argomento delicato come la riforma dell’ordinamento penitenziario, dopo quanto successo nel carcere di Rebibbia, che il Governo ritirasse il decreto legislativo sull’ordinamento penitenziario perchè privo di importanti norme sul diritto all’affettività, sulle misure alternative, sulla sanità penitenziaria e agisse in modo serio, responsabile, senza cedere ai richiami della propaganda. Abbiamo chiesto insieme alle altre forze di opposizione che il Governo insieme alla sua maggioranza rivedesse la sua posizione su questo tema, dato che esso non affronta in alcun modo la parte della delega relativa alle misure alternative al carcere, e in particolare quelle per le giovani madri. Attendiamo la risposta del Ministro Bonafede, visto che il suo Sottosegretario questa mattina ha balbettato parole poco chiare.
La delega sul penitenziario ereditata dalla riforma Orlando consentiva finalmente di affrontare molti dei nodi irrisolti del nostro sistema penitenziario, come la revisione dei presupposti di accesso alle misure alternative, l’eliminazione di automatismi inadeguati, la tutela del rapporto tra detenute e figli minori, l’assistenza sanitaria e psichiatrica per le giovani madri detenute. Quella riforma mirava tra le altre cose ad abbattere le barriere tra il carcere e la società libera, e restituire finalmente alla pena la sua funzione rieducativa.
E invece questo Governo, anzichè percorrere questa strada, ha semplicemente preferito distruggere quanto era stato fatto. Il risultato è che rischia di essere approvato un decreto in cui nessuno di quei temi viene affrontato. Bonafede fa solo propaganda e non è accettabile che le responsabilità vengano gettate sul punto terminale del sistema, e cioè la direzione del carcere. È tanto più grave e irresponsabile se a comportarsi così è il Ministro della Giustizia. Di fronte al dramma umano che si è consumato due giorni fa nel carcere di Rebibbia bisogna rispettosamente tacere, ma dal vertice politico del nostro sistema giustizia ci si aspetterebbero scelte e atti seri e rigorosi, non l’arrogante propaganda di chi, aizzando il popolo contro un capro espiatorio sul quale scaricare la comprensibile rabbia sociale, cerca la comoda via di uscita da una tragedia”. Così in una nota i senatori del Pd della commissione Giustizia Valeria Valente, Giuseppe Cucca e Monica Cirinnà.


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