“Sono mesi che il vicepremier Salvini ci spiega che quello dei flussi migratori è un problema soltanto di ordine pubblico e di stretta sul respingimento di chi arriva e sul rimpatrio di chi già c’è e tutto questo decreto legge è stato scritto in questa cornice. L’intenzione era con ogni evidenza quella di gettare benzina per giustificare un’emergenza migranti al di là della realtà. È la ragione per cui è stato usato lo strumento del decreto-legge, che richiederebbe presupposti di necessità e urgenza, quando invece almeno nelle soluzioni prospettate non si rileva nessuno di questi caratteri. Si tratta, come è chiaro, infatti di interventi strutturali che modificano intere materie: per un verso si riorganizza la disciplina a tutela dei richiedenti asilo, per un altro si interviene sull’organizzazione dell’Agenzia dei beni confiscati alla criminalità organizzata, modificando in maniera pericolosa il codice antimafia.
Il titolo di questo decreto sarebbe dovuto essere “decreto propaganda e insicurezza”. Perché questo contiene: o risposte che sono non-soluzioni o risposte che sono soluzioni radicalmente sbagliate, che avranno l’effetto di rendere meno sicuri gli italiani.
L’unica motivazione alla base sembra essere l’intento punitivo nei confronti dei migranti. Valutando tutte queste misure, l’unica cosa che, grazie a questo decreto, risulterà più semplice per i migranti, sarà invece uscire dalla legalità e gonfiare il bacino di persone disperate soggette al richiamo e al ricatto della delinquenza. Con questo decreto il Governo perde la sfida della sicurezza. La perde per l’inefficacia delle risposte che offre, ma la perde soprattutto perché rinuncia all’unica scommessa su cui oggi ha senso investire, quella dell’integrazione”. Così la senatrice Valeria Valente, vice presidente dei senatori del Pd, nella dichiarazione di voto sulle pregiudiziali al Dl Sicurezza.


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