“Il mio apprezzamento, oltre che per tante misure da sempre care al Pd, a partire dagli investimenti sul personale e sull’informatizzazione nel settore della giustizia, la costruzione di penitenziaria, l’equo compenso, la rivisitazioni della riforma della magistratura onoraria, gli interventi a sostegno delle madri detenute, va soprattutto al coraggio con cui ha riconosciuto la necessità di superare i limiti e gli eccessi del governo precedente”. Così la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione d’inchiesta sul Femminicidio, intervenendo in discussione generale sulla relazione del ministro Alfonso Bonafede sull’amministrazione della giustizia,
“Sulla riforma del sistema penale – ha proseguito Valente – faccio mie le parole del vicepresidente del Csm Davide Ermini il quale ha più volte evidenziato la necessità di non sacrificare il sistema delle garanzie in nome dell’efficienza della ‘macchina’ giustizia. Sarebbe uno scambio pericoloso e inefficace. Per quanto riguarda la lotta alla corruzione, sento che dovremmo essere più vigorosi e meno enfatici. Infine sulla prescrizione su cui come ho sempre detto credo si siano fatti gravi errori: apprezzo il suo silenzio che interpreto come un’apertura importante alle attuali forze della sua maggioranza a riaffrontare il tema con serietà lontano da approcci ideologici o di bandiera. Partendo però da una consapevolezza: la mediazione offerta che differenzia regime per sentenze di assoluzione e quelle di colpevolezza non è sufficiente” ha sottolineato la senatrice dem.
“Sul Codice rosso abbiamo l’esigenza di verificare l’efficacia delle misure previste a distanza di 6 mesi dalla sua entrata in vigore. Era un impegno preso del resto dal ministro in Commissione femminicidio. Va verificata l’efficacia delle misure di protezione verso le donne, la capacità effettiva dello stato di allontanare dalla donna l’uomo violento quando necessario, l’effettivo raccordo tra civile penale e minorile, solo per favorire alcuni esempi. Bisogna poi intervenire su formazione e specializzazione degli operatori a partire da quanto accade nei tribunali civili nelle vicende di separazione con affido di minori dove le donne rischiano di essere vittimizzate per una seconda volta. Su questo credo si possa fare di più” ha concluso la presidente della Commissione per il Femminicidio.


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