I prossimi mesi consegneranno al Governo e alla maggioranza parlamentare un compito importante e, insieme, impegnativo. Dovremo dimostrare di saper offrire un quadro di riforme utili agli italiani, che consentano di lasciarsi alle spalle l’esperienza politica sovranista-populista che in poco più di un anno ha segnato profondamente l’Italia. Lo ha fatto alimentando un clima pericoloso di aggressività e fanatismo nel Paese, oltre che compiendo scelte dannose nel merito delle politiche economiche, migratorie e della giustizia. Superare quella stagione è lo scopo con cui sono nati il Governo in carica e la nuova maggioranza in Parlamento, di cui il Partito democratico fa parte. Ed è innanzitutto a questo obiettivo che ciascuna forza politica di governo è chiamata oggi a contribuire. Perciò mi sembrerebbe francamente stupefacente se il Partito democratico non portasse nel dibattito il suo contributo ideale e programmatico, quello che ha costruito attraverso anni di discussione interna e aperta alla società, e attraverso una lunga esperienza di governo.
Prendiamo il settore della giustizia, uno dei capitoli più rilevanti dell’azione di ciascun esecutivo e che già nelle prossime settimane vedrà questo Governo prendere rilevanti iniziative di intervento. È comprensibile che la nuova maggioranza, in particolare Movimento 5 Stelle e Partito democratico, sia alla ricerca di un nuovo profilo sulle politiche, richiesto dai tanti nodi rimasti aperti nei mesi precedenti, dalla prescrizione alle intercettazioni, dal sovraffollamento nelle carceri tornato a crescere in modo preoccupante fino al tema della durata dei processi.


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