Senatore Luigi Zanda, lei chiede che il premier Conte chiarisca davanti all`opinione pubblica sul Russiagate. Che idea si è fatto della vicenda?
«Di una storia poco chiara. E che perciò va chiarita con urgenza. I doveri che il premier ha davanti all`opinione pubblica non sono meno rilevanti di quelli che ha con il Copasir. Sono passati oltre due mesi dal primo incontro del ministro Usa William Barr con i nostri servizi segreti. È tempo di fare chiarezza».
Non è sufficiente aspettare l`audizione dinanzi al Copasir?
«Esiste anche un diritto dell`opinione pubblica a sapere e se possibile ad essere rassicurata».
Cosa non torna in questa vicenda?
«Il fatto che un politico autorevole, come il ministro della giustizia dell`amministrazione Trump, abbia incontrato i nostri servizi. È un`anomalia davvero rara. È una pratica ordinaria che i nostri servizi collaborino con i loro omologhi dei Paesi alleati, ma qui si è presentato il ministro della Giustizia».
Cosa teme?
«Intanto la politica non deve trascinare nella dialettica fra i partiti, o in polemiche internazionali, i servizi segreti, che sono notoriamente molto efficienti, come dimostra la loro attività di prevenzione sul fronte del terrorismo internazionale».
Cosa c`è dietro?
«Non lo so. Vorrei che lo spiegasse Conte. M`inquieta che due quotidiani del calibro del New York Times e del Washington Post facciano capire di essere in grado di pubblicare nuovi documenti su questa vicenda. Di tutto abbiamo bisogno tranne che aprire una nuova stagione di veleni odi dossier. Sono rimasto molto colpito, a questo proposito, dalle accuse mosse da George Papadopoulos, l`ex collaboratore della campagna elettorale di Trump, nei confronti di Matteo Renzi, che è stato costretto ad annunciare querela».
Conte ha smentito l`indiscrezione sul fatto che avrebbe chiesto alla Cia notizie sui comportamenti dei governi Renzi e Gentiloni. L`ha convinta?
«Un`altra vicenda singolare, su cui Conte dovrebbe fare chiarezza al più presto. Mi auguro che non sia accaduto quanto trapelato».
Conte ha tirato in ballo anche la presidenza della Repubblica.
«La Presidenza della Repubblica non dovrebbe essere mai chiamata in causa, dico mai, su questioni riguardanti il governo, come previsto dalla Costituzione, figuriamoci in vicende di tale delicatezza».
Perché Giuseppe Conte ha detto sì a Donald Trump? Per faciloneria, per compiacerlo?
«Non ne ho idea. È un`altra domanda che andrebbe posta a lui, visto che non ha delegato la guida dei servizi segreti».
E lei che domande farebbe al presidente del Consiglio se fosse al Copasir?
«Conte non deve attendere le domande. Ci sarà una ragione per cui Barr è venuto due volte in Italia e questa ragione va pubblicamente spiegata».
Lei prima parlava del rischio di una nuova stagione di veleni. Ne vede altri per il Paese?
«Si corre il pericolo di delegittimare i servizi. La forza di una democrazia sta nel rendere più forti le sue istituzioni, la magistratura, la stampa, l`intelligente. Vede, quando Salvini picconava la magistratura, dicendo che i giudici non erano stati eletti, colpiva la democrazia».
Vecchione deve lasciare la guida del Dis?
«Non lo conosco, non so come lavora, non mi occupo del Dis, e quindi non mi azzardo a dare giudizi».
La sua posizione è diversa dal Pd?
Il capogruppo alla Camera Graziano Delrio in fondo si è detto fiducioso che Conte saprà chiarire.
«Penso che non sia diversa, Giuseppe Conte è il nostro presidente del Consiglio e sono certo che chiarirà al più presto».


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