‘Poche ore fa abbiamo presentato un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia a proposito della vicende di Henrique Pizzolato. Il cittadino italo-brasiliano, detenuto nel carcere di Modena rischia di essere estradato entro brevissimo tempo in Brasile, dove lo attendono una condanna a oltre dodici anni e gravi rischi per la sua stessa incolumità. L’estradizione di una persona titolare della cittadinanza italiana è consentita dal fatto che il Brasile non ha ancora firmato il trattato, sottoscritto dall’Italia, che permetterebbe a Pizzolato di scontare la sua pena in un carcere italiano. Oltre tutto, il prossimo 14 dicembre, è prevista la prima udienza di un procedimento giudiziario che vede imputato Pizzolato, il quale – se estradato – vedrebbe gravemente compromesso il proprio diritto costituzionale alla difesa. In ogni caso troviamo singolari tanto zelo e tanta precipitazione, considerato che si tratta di una vicenda assai delicata, dove sono a rischio i diritti fondamentali della persona; che le condizioni della carceri brasiliane sono state oggetto di gravissime denunce da parte di tutte le organizzazioni umanitarie; e, che, in fine, le garanzie fornite dalle autorità brasiliane possono valere, al più, per un periodo limitato della detenzione di Pizzolato in Brasile. Perché dunque questa estradizione adottata con motivazioni controverse e con qualche indubbia forzatura? Quali pressioni ha subito e subisce il governo italiano?’.
Lo scrivono in una nota i senatori del Partito democratico Cecilia Guerra e Luigi Manconi.

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