‘Ci lascia perplessi la scelta operata dal ministro Lorenzin sulla composizione del nuovo Consiglio superiore di Sanità annunciata nei giorni scorsi, che lascia intravvedere, al di là della professionalità dei singoli membri, una visione parziale delle capacità dell’intero mondo sanitario del nostro Paese’. Lo afferma la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità del Senato. ‘Le nostre osservazioni – sottolinea la senatrice – riguardano la rappresentanza di genere (sole 3 donne su 40 nomine); la forte caratterizzazione universitaria dei suoi componenti (tre quarti dei componenti), con una significativa presenza di centri di secondo livello; la preponderanza della componente ospedaliera e la quasi inesistenza della medicina del territorio; la disattenzione alle professioni sanitarie. Dire che ci aspettavamo altro da un ministro giovane, donna e con una forte caratterizzazione politica è dire poco. Siamo convinti che sia giunto il tempo di scelte più coraggiose, che guardino al futuro e che riflettano quanto di meglio e più avanzato c’è nel nostro Paese, sia per quanto riguarda la ricerca scientifica che per quanto concerne l’organizzazione sanitaria nel territorio’. ‘Sarebbe quindi importante sapere, pur riconoscendo al ministro ampia autonomia di nomina, quali criteri abbiano ispirato la sua scelta, sicuri che un confronto più ampio, anche nelle sedi parlamentari, potrà giovare alle scelte future’, conclude la senatrice Dirindin.