«Coinvolgere. Motivare. Spiegare». Perché «se dobbiamo passare da quattro a dodici vaccini obbligatori, bisogna dire alle famiglie perché; bisogna informarle, far capire qual è l`obiettivo, cioè l`aumento della copertura vaccinale». E se obbligo deve essere «per tutelare la salute dei bambini», che sia «informato», senza «fare dell`allarmismo né lasciare spazio alle fake news». E un punto di partenza fondamentale per la ministra dell`Istruzione Valeria Fedeli, che a giorni invierà una circolare a tutte le scuole d`Italia per spiegare come comportarsi con il nuovo decreto sui vaccini obbligatori: entro il io settembre i presidi dovranno raccogliere i certificati delle vaccinazioni avvenute o la loro prenotazione.
Poi cosa succederà, ministra? Chi è senza certificato resta a casa?
«Nella scuola dell`obbligo, da sei a sedici anni, nessuno resta a casa, su questo punto non c`è alcun dubbio. Con questo decreto noi stiamo salvaguardando la comunità dei minori e non puoi non guardare con i loro occhi, non puoi lasciarli a casa, non puoi far scattare un obbligo mettendoli fuori dalla scuola. In mancanza di certificati, i dirigenti scolastici dovranno segnalare il caso alla Asl che se ne dovrà occupare. Se i genitori rifiutano di vaccinare i propri figli, la segnalazione andrà fatta al Tribunale dei Minori. Ma i bambini dovranno andare a scuola: parliamo di scuola dell`obbligo, la tutela alla salute deve trovare un equilibrio conla tutela all`istruzione».
Su questo c`è stato disaccordo con la ministra per la Salute Beatrice Lorenzin quando in Consiglio dei ministri ha proposto l`ampliamento dell`obbligatorietà da quattro a dodici vaccini?
«La vera discussione non è stata sull`obbligo, ma sulle sanzioni, sul fatto che non debbano pagare i bambini. L`obiettivo resta aumentare le corti di copertura vaccinale dopo che è stato appurato che la percentuale negli anni è andata diminuendo, ma la scuola dell`obbligo va garantita. Nella fascia o-6 anni, quella più a rischio, non si entra a scuola, proprio per tutelare tutta la comunità dei bambini, ma dalla prima elementare i bambini dovranno essere comunque accettati a scuola. Ci saranno delle sanzioni amministrative per i genitori che
non li vaccineranno, sono state anche aumentate. Però questo non può bastare: la sanzione va applicata, verificata e monitorata».
Ecco, forse negli ultimi anni nessuno ha controllato che almeno l`obbligatorietà dei quattro vaccini venisse rispettata?
«Non posso rispondere di ciò di cui non ho avuto competenza, ma se il passaggio da quattro a dodici è un modo per prevenire e proteggere, va spiegato bene e il ministero della Salute dovrà fornire presto tutte le informazioni in modo chiaro e semplice».
Cosa va fatto?
«Vanno attrezzate tutte le Asl d`Italia affinché lavorino con pediatri e medici di base per accompagnare i genitori, informali, aiutarli a ricordare, spiegare, sollecitarli, motivarli e coinvolgerli: non serve imporre. E un lavoro da fare su tutto il Paese. Non è possibile che a Milano una mamma venga avvertita quando è il momento di fare il vaccino e in altri posti d`Italia questo non accada. In Emilia Romagna nella fascia o-3 anni i vaccini sono già obbligatori: senza, i bambini non possono essere accettati al nido. Ma nel resto d`Italia? Il decreto serve anche a questo, a non andare più in ordine sparso, ma a dare disposizioni omogenee su tutto il territorio».
Qual è il ruolo delle scuole?
«A giorni invierò una circolare per spiegare agli istituti come comportarsi, dalle segnalazioni alle esenzioni. I bambini più fragili, ad esempio, non dovranno stare in classe con bambini non vaccinati. Ma deve essere il ministero della Salute, attraverso le Asl, a fornire gli strumenti alle stesse scuole per spiegare questi nuovi passaggi, dare indicazioni sul calendario vaccinale, su come attualo. Ci sono genitori preoccupati di dover dare 12 vaccini tutti insieme ai loro figli, altri che temono di dover pagare cifre molto alte, ma i vaccini sono obbligatori e quindi gratuiti: ecco, le famiglie vanno aiutate e informate e va fatto con serietà e autorevolezza proprio per combattere quelle campagne di fake news che negli ultimi anni hanno portato al calo delle vaccinazioni».
La situazione è tale da doversi preoccupare?
«Non c`è un`epidemia in corso, chiariamo, non bisogna farsi prendere dal panico. L`obiettivo è ampliare una copertura vaccinale che è andata calando anche a causa di campagne che hanno approfittato della mancanza di informazioni credibili e serie spingendo su allarmismi e falsità. Ora le istituzioni sono chiamate a una nuova responsabilità, farsi fonti autorevoli e affidabili».


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