Il sindaco leghista di Codogno, in un’intervista rilasciata a Il Messaggero,  ha pronunciato parole molto chiare: “c’è chi dice che il virus non c’è ma venga qui e cambierà idea”. E ancora, “noi le mascherine ovviamente le usiamo. Abbiamo visto sul campo e sulla nostra pelle la pericolosità del virus, e la protezione è utile e necessaria”.

Parole nette che sconfessano  la linea tenuta dal leader del suo partito che, in perfetto stile Bolsonaro, continua a rilanciare con forza teorie negazioniste e complottiste che si scontrano con la realtà dei fatti e, soprattutto, mortificano le centinaia di migliaia di cittadini che hanno sofferto a causa dell’epidemia.

In questo senso, il convegno che si è tenuto al Senato nei giorni scorsi rappresenta un concentrato di disinformazione ideologica che rischia di confondere le idee agli italiani e di minare l’efficacia delle misure messe in campo per impedire una recrudescenza del contagio.

Qui, infatti, non si tratta di difendere le libertà ma di un deliberato tentativo di mettere in discussione le misure precauzionali e le raccomandazioni con cui il mondo scientifico e le istituzioni stanno cercando di proteggere la salute pubblica e di impedire ulteriori lockdown che metterebbero definitivamente in ginocchio il Paese.

I negazionisti alla Salvini dovrebbero leggere queste parole di Hannah Arendt: “i fatti informano le opinioni e le opinioni, ispirate da differenti interessi e passioni, possono differire molto e rimanere legittime fino a quanto rispettano la libertà di fatto”.

Ebbene, la verità di fatto è che il virus circola in tutto il mondo e che sul suo cammino ha falciato e sta falciando migliaia di vite umane. Salvini dovrebbe sapere che la verità di fatto è quella degli ospedali al collasso della sua Lombardia dove i medici stessi hanno perso la vita e, in molti casi, sono stati costretti a scegliere a chi salvare la vita.

Per fortuna, ci sono gli amministratori locali del suo partito a ricordarglielo. La verità dei fatti è che anche il peggior nemico della mascherina, il tanto amato (da Salvini) Donald Trump, è stato costretto a piegarsi al suo utilizzo, visto l’enorme numero di casi, soprattutto, nel sud del Paese dove più forte è la retorica negazionista.

Nessuno vuole costringere i cittadini a chiudersi in casa. È vero l’esatto contrario. Per essere liberi dobbiamo essere responsabili: perché deve essere chiaro a tutti che il virus è sempre qui e l’unico modo che abbiamo per continuare a vivere la nostra vita, è mantenere le precauzioni. Chi racconta il contrario è un irresponsabile che non ha a cuore la tutela della salute pubblica che è un diritto fondamentale costituzionalmente garantito.

La moda dei sovranisti anti-globalisti di attaccare un presunto “pensiero unico” si rivela una strategia per creare caos e disordine. Una strategia che si fonda sulla diffusione massiva di fake news e sul tentativo di fare costante disinformazione, fomentando lo scontro sociale e la diffidenza nei confronti delle istituzioni.

Anche la volontà di far passare la proroga dello stato di emergenza come un attentato alle libertà individuali, indipendentemente dalla scienza, si inserisce in questo tentativo di alimentare rabbia e paura. Non siamo fuori dal pericolo e le istituzioni democratiche del Paese si mettono al riparo con una misura, usata ben 154 volte e prorogata 84 dal 2014 a oggi, che ci consenta di attivare strumenti per intervenire con rapidità e efficacia per affrontare fatti straordinari.

Fare propaganda anche nel pieno di una crisi sanitaria mondiale che sta sconvolgendo le nostre società è inaccettabile e incomprensibile perché non ha alcuna giustificazione. E indica un tratto di spregiudicatezza che mal si concilia con il periodo che viviamo e con la natura profonda delle nostre istituzioni democratiche.

Noi abbiamo un dovere nei confronti delle tantissime persone che hanno fronteggiato il Covid e della memoria di quelle che, a causa della malattia,  hanno perso la vita: non minimizzare mai i pericoli e i rischi che l’Italia corre, ancora oggi, anche se i malati sono per fortuna molti di meno.

Dunque, soprattutto, chi rappresenta le istituzioni ha il dovere etico e morale di rispettare le regole comuni essenziali che ci siamo dati e non dare il cattivo esempio per lucrare qualche voto in più, chiedendo di disobbedire a minime norme di sicurezza, con la sfacciataggine del “me ne frego”.

Non è più tempo di leader che fanno della propaganda la loro unica cifra. Oggi, serve un senso dello Stato che ci tenga uniti di fronte agli scossoni futuri. Oggi servono uomini politici pronti a sostenere le istituzioni democratiche.


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