“Oggi ci saremmo aspettati che Di Maio rendesse noto al tavolo Ilva il parere dell’Avvocatura dopo i rilievi Anac, altrimenti non capiamo su cosa si è concentrato in questi giorni.
Ci illudevamo di conoscere finalmente le intenzioni del Governo e soprattutto di capire quale proposta Di Maio avanzasse alle parti, se proprio non intendeva fare sua quella da noi già illustrata nel mese di maggio.
Invece oggi emergono con chiarezza le totali incapacità e le inconcludenze in uno scarico barile dannosissimo che probabilmente servirà a Di Maio per tentare di salvare la faccia strizzando l’occhio a tutti coloro che non hanno considerato un tabù la chiusura di Ilva, ma non eviterà di lasciare per strada 14mila lavoratori, mettere in ginocchio i lavoratori dell’indotto e buona parte della nostra manifattura d’eccellenza, creare un danno enorme a tutti i territori del perimetro Ilva, lasciare a Taranto il più grande cimitero industriale che si possa immaginare con nessuna ambientalizzazione e messa in sicurezza della salute dei cittadini.
Si possono anche vincere le elezioni ma poi per governare servono capacità, competenza, rigore, responsabilità e duro lavoro. Le stesse doti necessarie per gestire tavoli di crisi complessi come è quello Ilva. Doti che Di Maio non sembra proprio possedere”.


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